Secondo anniversario della "pubblicazione" di Beagle, il motore di ricerca ed indicizzazione scritto in Mono/C#.
Joe Show, il maintainer, ringrazia tutti coloro che hanno partecipato alo sviluppo. A quanto pare, grazie a un paio di bug report, ci sono anche io :-)
Pensare che volevo parlare bene di Tracker, l'altro motore di indicizzazione e ricerca, provato qualche tempo fa nella mia installazione di test di GNOME :-|
Beh, mettiamola in questi termini, allora. Tracker è più veloce, molto più veloce nel restituire i dati e credo anche nell'indicizzarli, occupa meno memoria, molta meno memoria (5~8 MB), però Beagle fornisce una interfaccia grafica per effettuare le ricerche e ha più indicizzatori (ossia indicizza più cose: file, email, registri di chat, pagine web...).
Se ne conclude che per la ricerca ad ampio raggio (cerca tra i dati personali in generale) è da preferire Beagle per l'ampio spettro di ricerche e per la disponibilità di una interfaccia grafica, per la ricerca di file, da eseguire magari con la funzionalità del file manager Nautilus, allora Tracker al momento è imbattibile.
... convinto com'ero di essere stato per tutta la vita invece che intero, parzialmente scremato ...
30 aprile 2006
27 aprile 2006
Monocromo
OK, OK, l'immagine non rende giustizia... Ecco allora la spiegazione. Ciò che vedete nell'immagine qui sopra altro non è che l'anteprima di alcune icone per GNOME a contrasto elevato fatte da me in SVG negli ultimi tempi.
Il mio lavoro si è innestato su quello di Jakub "jimmac" Steiner e recentemente è stato inserito nel modulo gnome-themes sul cvs di GNOME :-)
Il lavoro non è finito. Mancano ancora parecchie icone prima di poter fornire tutte quelle richeste dalla specifica Standard Icon Naming di freedesktop.org Se vi andasse di aiutare tenete a mente che linee guida per queste icone si riducono a:
Il mio lavoro si è innestato su quello di Jakub "jimmac" Steiner e recentemente è stato inserito nel modulo gnome-themes sul cvs di GNOME :-)
Il lavoro non è finito. Mancano ancora parecchie icone prima di poter fornire tutte quelle richeste dalla specifica Standard Icon Naming di freedesktop.org Se vi andasse di aiutare tenete a mente che linee guida per queste icone si riducono a:
- semplificare, semplificare, semplificare (usando se possibile le metafore proposte dal progetto Tango)
- usare una tela di 48x48 pixel
- usare solo bianco e nero con piena opacità (#000000FF e #FFFFFFFF nella notazione di Inkscape)
- disegnare sempre un bordo attorno a tutta l'icona di colore "inverso"
- disegnare bordi, linee e dettagli larghi almeno 4 pixel (come da richiesta dell'HIG)
- posizionare nodi e bordi delle forme sulla griglia (evita antialiansing inutile)
19 aprile 2006
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ore 18.16 differenza di 24755 voti... ma gli stessi di "ore 17.50" ????
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13 aprile 2006
Chiamale se vuoi, esitazioni
Non ho ancora avuto modo di acquistare il nuovo HD e comunque non me la sento di fare una scelta così importante mentre l'esito del voto è ancora incerto.
Quindi, direttamente dalla mia Ubuntu Live, così come qualche giorno fa ho cercato di descrivere cosa accade dietro al voto, ecco qui per i curiosi la spiegazione plausibile di cosa sta succedendo in queste ore ("così dramatiche").
Cominciamo con una certezza: di schede contestate ce ne sono in tutte le elezioni, tranne quei referendum a cui non importa niente a nessuno. Nel caso dell'elezione in corso, a sistema proporzionale, quindi con la richiesta di mettere una sola croce solo su un simbolo di partito, i casi di contestazione plausibili sono due:
Esempio di possibile contestazione: l'elettore traccia, invece di una croce (x) un qualcosa tipo asterisco (*). È un povero ignorante che ha semplecemente rafforzato la sua indicazione di voto o è un furbetto del quartierino che ha preso accordi con un rappresentante di lista per rendere riconoscibile il suo voto?
Allo spoglio, dopo la prima scheda contestata, il presidente di seggio si trova in mezzo, mitragliato dalle istanze dei rappresentanti di lista che cominciano a contestare il contestabile. Il segreto è: lasciateli fare. Primo perché non spetta a voi porvi arbitri tra due imbecilli che si fanno i dispetti a vicenda, secondo perché, con un po' di accortezza nel contestare un numero pari di schede e un po' di fortuna nel non avere ribaltamenti di risultato per o cinque contestazioni, per la legge dei grandi numeri tutto finisce in una bolla di sapone. Alla fine dell'analisi di tutte le schede, la frase di rito è "Che vogliamo fare? Io, di stare qui a discutere con voi non ne ho voglia. O le attribuiamo ora, o per me possono tranquillamente finire tra le contestate e ci pensa l'ufficio centrale." Di contro, la frase di rito dei rappresentanti di lista è "ma, no, in fondo non cambia molto, le stavamo rivedendo e per noi le puoi pure attribuire".
Ah, dimenticavo, terzo perché siete voi e non loro ad essere stati incaricati di stabilire il voto. Cito il libretto di istruzioni: "è rimesso alla capacità e sagacità del presidente il compito di ridimensionare ogni eventuale tentativo, da parte di chiunque, di sollevare incidenti e contestazioni senza fondato motivo per turbare l'andamento delle operazioni o per rendere incerti i risultati dello scrutinio"
Le schede contestate sono esaminate da chi, meglio dei presidenti di seggio, conosce la legge e può quindi porsi da arbitro e "giudicare". Nei verbali dei seggi le schede contestate possono essere indicate come contestate temporaneamente assegnate o contestate temporaneamente non assegnate. Prima di giungere a tali persone, le schede vengono inserite in delle buste, una per le nulle, una per le bianche, una per le contestate, a lora volta inserite in un bustone con le schede valide (e attribuite) ed altre buste contenenenti una copia del verbale del seggio, una copia delle tabelle di scrutinio, una copia dell'estratto del verbale e altre copie varie. Nella notte, accompagnato da una persona, questo bustone viaggia verso il punto di raccolta, mentre una seconda busta viene consegnata agli uffici del comune con solo una seconda copia del verbale, delle tabelle di scrutino e dell'estratto del verbale.
Ora, alcuni partiti del centro destra (ed in particolare l'attuale presidente del consiglio ancora in carica) parla di brogli (ma poi fa smentire dall'uffico stampa definendoli, se non erro, normali errori ed imprecisioni) e di necessità di ricontrollare buona parte de, se non tutte, le schede elettorali. Ad avallare questa presa di posizione ci sono le informazioni "precise" dei "coordinatori di Forza Italia".
La domanda che mi pongo è: quando è avvenuto l'ipotetico broglio?
I rappresentanti di lista se ne stanno come falchetti nel seggio a osservare le operazioni di spoglio e ad attendere i risultati. Spesso attendono in modo molto insistente. Troppo insistente. Una volta avuto i risultati prendono e se ne vanno, magari al seggio accanto che non ha ancora finito. Dopo la loro dipartita, presidente segretario e scrutatori provvedono a compiere gli ultimi atti necessari, come la trascrizione dei dati e la chiusura del verbale, la formazione dei plichi, la riconsegna del timbro.
Silvio Berlusconi sta quindi portando avanti la tesi che i dati trascritti sul verbale sono stati modificati dopo essere stati comunicati ai suoi rappresentanti di lista?
Peccato che i risultati che sono stati diramati dal Ministero degli Interni, sono basati, se non erro, sulla comunicazione verbale che il presidente di seggio fa al rappresentante del sindaco, comunicazione che avviene quasi sempre (e di certo per la prima urna scrutinata) in presenza dei rappresentanti di lista. Al momento, tranne il caso di voti contestati, i plichi con le schede e i verbali dovrebbero essere ancora chiusi, come in tutte le votazioni passate: i dati diramati sono basati sui verbali ridotti e sui dati numerici inviati al comune.
Esaminiamo invece l'ipotesi di brogli intra-scrutinio (tipo il presidente strappa una scheda per renderla non valida mentre si contano i voti). In primo luogo si sta ipotizzando una connivenza tra il presidente e gli scrutatori (i quali possono richiedere l'intervento della forza pubblica), in secondo luogo i rappresentanti di lista avrebbero potuto richiede e ottenere l'inclusione di una nota personale al verbale oltre all'obbligo (credo) di recarsi presso un commissariato di zona a denunciare il fatto. Ora ci sono notizie di tal tipo di denuncie in giro per l'Italia? A me non pare, ci sono solo accuse generiche, non circostanziate e non affiancate da denunce presso gli organi competenti. In definitiva, al momento le schede nulle sono giustamente state considerate nulle, le schede bianche sono state giustamente considerate bianche, le schede valide sono state giustamente considerate valide. A meno che non si voglia spulciare nei verbali in cerca di qualche segnetto mancante, qualche spazio vuoto di troppo, qualche normale errore che non potrebbe e non dovrebbe andare ad inficiare un risultato comunque valido.
Ovviamente l'esame dei verbali viene fatto ad ogni elezione, anche se non immediatamente. Ovviamente, non mi pare che in passato tali controlli hanno dato luogo a capovolgimenti. Rammento che poco sopra ho detto che i numeri finali dello spoglio vengono comunicati verbalmente al messo del sindaco che li comunica all'uffico elettorale del comune, ai rappresentanti di lista che ci fanno quello che più gli piace, che sono scritti sempre in duplice copia nelle tabelle di scrutinio, nei verbali e negli estratti dei verbali.
Passiamo ora all'inquietante vicenda dei "10 scatoloni di schede votate finite nella spazzatura". Per prima cosa ridimensioniamo. Gli scatoloni magari erano una decina, ma non contenevano tutti delle schede. Come è possibile vedere dalle foto sul corriere.it, i fantomatici scatoloni altro non erano che le urne, dimesse e gettate alla rinfusa alla chiusura del seggio accanto ai cassonetti. Assieme a queste urne a quanto pare si trovava uno dei plichi di cui ho parlato poco sopra (chi ha fatto i seggi li riconosce a vista; notate nell'ottava foto della gallieria il pacco sulla destra "infiocchettato" con la corda e con un foglio attaccato sopra: è il plico con la delega). Di certo il plico è finito lì per incuria, ma le responsabilità sono a più livelli. Il plico va recapitato "dal presidente o, per sua delega scritta, da uno scrutatore al Sindaco del Comune, il quale provvederà al sollecito inoltro alla cancelleria del tribunale". A Roma è d'uso lasciare i pacchi all'ultimo seggio a cui associato (di solito non più di tre) che rimane. Finite le operazioni, e se non si è gli ultimi, si porta il tutto al messo del sindaco, si controlla che ci sia tutto, si lasciano i pacchi all'ingresso vicino ai militari che presidiano e la delega scritta si lascia in bianco. L'ultimo che arriva si prende i pacchi degli altri due, sale sulla macchina messa a disposizone, va al punto di raccolta, consegna i pacco e chi lo riceve depenna il seggio relativo dall'elenco.
Ora, come è evidente, il pacco abbandonato nel cassoneto (come il povero feto nell'omonima canzone di Elio e le Storie Tese) è stato abbandonato dal presidente del seggio, dal messo del sindaco, dallo scrutatore a cui era stato affidato e dal personale del centro di raccolta che ha "chiuso" il seggio senza aver ricevuto il pacco. Oltre a ciò, a meno che non fosse finito dentro a qualche scatolone, anche il personale che ha fatto le pulizie, non si è curato di lui.
Un episodio brutto? Certamente. Un episodio grave? Sì, se credete che la vostra scheda valga qualcosa e dovrebbe essere trattata con molta cura prima di finire al macero.
Insomma, magari sarò politicizzato, ma quando Silvio Berlusconi dice che il voto, in virtù di quanto sopra "deve cambiare", a mio avviso non sta facendo altro che fomentare i suoi accoliti. Mi arrischierei a sfiorare anche l'accusa di tentativo di colpo di stato o eversione, ma non vorrei finire in mezzo a qualche denuncia, quindi smentisco immediatamente di averlo detto. Spero quindi che venga sciolta immediatamente la riserva sulle schede contestate, che dovrebbero essere esaminate entro 48 ore da qualcosa (cioè: chiusura del seggio o chiusura di tutti i seggi, non so con precisione), entro cioè oggi pomeriggio. Per le altre questioni, sinceramente, non vedo i termini per poter paventare la presenza di brogli, se non controllare i verbali in cerca di errori, contestando ai poveri presidenti un numero trascritto male o un timbro mancante, additarli come "sporchi comunisti" e trascinarli in un processo penale....
Quindi, direttamente dalla mia Ubuntu Live, così come qualche giorno fa ho cercato di descrivere cosa accade dietro al voto, ecco qui per i curiosi la spiegazione plausibile di cosa sta succedendo in queste ore ("così dramatiche").
Cominciamo con una certezza: di schede contestate ce ne sono in tutte le elezioni, tranne quei referendum a cui non importa niente a nessuno. Nel caso dell'elezione in corso, a sistema proporzionale, quindi con la richiesta di mettere una sola croce solo su un simbolo di partito, i casi di contestazione plausibili sono due:
- la scheda presenta una croce su un simbolo ed un altro segno, spesso accidentale, in un altro punto della scheda stessa
- la scheda presenta una croce molto "arzigogolata", tale da far sospettare un tentativo di riconoscimento da parte dell'elettore
Esempio di possibile contestazione: l'elettore traccia, invece di una croce (x) un qualcosa tipo asterisco (*). È un povero ignorante che ha semplecemente rafforzato la sua indicazione di voto o è un furbetto del quartierino che ha preso accordi con un rappresentante di lista per rendere riconoscibile il suo voto?
Allo spoglio, dopo la prima scheda contestata, il presidente di seggio si trova in mezzo, mitragliato dalle istanze dei rappresentanti di lista che cominciano a contestare il contestabile. Il segreto è: lasciateli fare. Primo perché non spetta a voi porvi arbitri tra due imbecilli che si fanno i dispetti a vicenda, secondo perché, con un po' di accortezza nel contestare un numero pari di schede e un po' di fortuna nel non avere ribaltamenti di risultato per o cinque contestazioni, per la legge dei grandi numeri tutto finisce in una bolla di sapone. Alla fine dell'analisi di tutte le schede, la frase di rito è "Che vogliamo fare? Io, di stare qui a discutere con voi non ne ho voglia. O le attribuiamo ora, o per me possono tranquillamente finire tra le contestate e ci pensa l'ufficio centrale." Di contro, la frase di rito dei rappresentanti di lista è "ma, no, in fondo non cambia molto, le stavamo rivedendo e per noi le puoi pure attribuire".
Ah, dimenticavo, terzo perché siete voi e non loro ad essere stati incaricati di stabilire il voto. Cito il libretto di istruzioni: "è rimesso alla capacità e sagacità del presidente il compito di ridimensionare ogni eventuale tentativo, da parte di chiunque, di sollevare incidenti e contestazioni senza fondato motivo per turbare l'andamento delle operazioni o per rendere incerti i risultati dello scrutinio"
Le schede contestate sono esaminate da chi, meglio dei presidenti di seggio, conosce la legge e può quindi porsi da arbitro e "giudicare". Nei verbali dei seggi le schede contestate possono essere indicate come contestate temporaneamente assegnate o contestate temporaneamente non assegnate. Prima di giungere a tali persone, le schede vengono inserite in delle buste, una per le nulle, una per le bianche, una per le contestate, a lora volta inserite in un bustone con le schede valide (e attribuite) ed altre buste contenenenti una copia del verbale del seggio, una copia delle tabelle di scrutinio, una copia dell'estratto del verbale e altre copie varie. Nella notte, accompagnato da una persona, questo bustone viaggia verso il punto di raccolta, mentre una seconda busta viene consegnata agli uffici del comune con solo una seconda copia del verbale, delle tabelle di scrutino e dell'estratto del verbale.
Ora, alcuni partiti del centro destra (ed in particolare l'attuale presidente del consiglio ancora in carica) parla di brogli (ma poi fa smentire dall'uffico stampa definendoli, se non erro, normali errori ed imprecisioni) e di necessità di ricontrollare buona parte de, se non tutte, le schede elettorali. Ad avallare questa presa di posizione ci sono le informazioni "precise" dei "coordinatori di Forza Italia".
La domanda che mi pongo è: quando è avvenuto l'ipotetico broglio?
I rappresentanti di lista se ne stanno come falchetti nel seggio a osservare le operazioni di spoglio e ad attendere i risultati. Spesso attendono in modo molto insistente. Troppo insistente. Una volta avuto i risultati prendono e se ne vanno, magari al seggio accanto che non ha ancora finito. Dopo la loro dipartita, presidente segretario e scrutatori provvedono a compiere gli ultimi atti necessari, come la trascrizione dei dati e la chiusura del verbale, la formazione dei plichi, la riconsegna del timbro.
Silvio Berlusconi sta quindi portando avanti la tesi che i dati trascritti sul verbale sono stati modificati dopo essere stati comunicati ai suoi rappresentanti di lista?
Peccato che i risultati che sono stati diramati dal Ministero degli Interni, sono basati, se non erro, sulla comunicazione verbale che il presidente di seggio fa al rappresentante del sindaco, comunicazione che avviene quasi sempre (e di certo per la prima urna scrutinata) in presenza dei rappresentanti di lista. Al momento, tranne il caso di voti contestati, i plichi con le schede e i verbali dovrebbero essere ancora chiusi, come in tutte le votazioni passate: i dati diramati sono basati sui verbali ridotti e sui dati numerici inviati al comune.
Esaminiamo invece l'ipotesi di brogli intra-scrutinio (tipo il presidente strappa una scheda per renderla non valida mentre si contano i voti). In primo luogo si sta ipotizzando una connivenza tra il presidente e gli scrutatori (i quali possono richiedere l'intervento della forza pubblica), in secondo luogo i rappresentanti di lista avrebbero potuto richiede e ottenere l'inclusione di una nota personale al verbale oltre all'obbligo (credo) di recarsi presso un commissariato di zona a denunciare il fatto. Ora ci sono notizie di tal tipo di denuncie in giro per l'Italia? A me non pare, ci sono solo accuse generiche, non circostanziate e non affiancate da denunce presso gli organi competenti. In definitiva, al momento le schede nulle sono giustamente state considerate nulle, le schede bianche sono state giustamente considerate bianche, le schede valide sono state giustamente considerate valide. A meno che non si voglia spulciare nei verbali in cerca di qualche segnetto mancante, qualche spazio vuoto di troppo, qualche normale errore che non potrebbe e non dovrebbe andare ad inficiare un risultato comunque valido.
Ovviamente l'esame dei verbali viene fatto ad ogni elezione, anche se non immediatamente. Ovviamente, non mi pare che in passato tali controlli hanno dato luogo a capovolgimenti. Rammento che poco sopra ho detto che i numeri finali dello spoglio vengono comunicati verbalmente al messo del sindaco che li comunica all'uffico elettorale del comune, ai rappresentanti di lista che ci fanno quello che più gli piace, che sono scritti sempre in duplice copia nelle tabelle di scrutinio, nei verbali e negli estratti dei verbali.
Passiamo ora all'inquietante vicenda dei "10 scatoloni di schede votate finite nella spazzatura". Per prima cosa ridimensioniamo. Gli scatoloni magari erano una decina, ma non contenevano tutti delle schede. Come è possibile vedere dalle foto sul corriere.it, i fantomatici scatoloni altro non erano che le urne, dimesse e gettate alla rinfusa alla chiusura del seggio accanto ai cassonetti. Assieme a queste urne a quanto pare si trovava uno dei plichi di cui ho parlato poco sopra (chi ha fatto i seggi li riconosce a vista; notate nell'ottava foto della gallieria il pacco sulla destra "infiocchettato" con la corda e con un foglio attaccato sopra: è il plico con la delega). Di certo il plico è finito lì per incuria, ma le responsabilità sono a più livelli. Il plico va recapitato "dal presidente o, per sua delega scritta, da uno scrutatore al Sindaco del Comune, il quale provvederà al sollecito inoltro alla cancelleria del tribunale". A Roma è d'uso lasciare i pacchi all'ultimo seggio a cui associato (di solito non più di tre) che rimane. Finite le operazioni, e se non si è gli ultimi, si porta il tutto al messo del sindaco, si controlla che ci sia tutto, si lasciano i pacchi all'ingresso vicino ai militari che presidiano e la delega scritta si lascia in bianco. L'ultimo che arriva si prende i pacchi degli altri due, sale sulla macchina messa a disposizone, va al punto di raccolta, consegna i pacco e chi lo riceve depenna il seggio relativo dall'elenco.
Ora, come è evidente, il pacco abbandonato nel cassoneto (come il povero feto nell'omonima canzone di Elio e le Storie Tese) è stato abbandonato dal presidente del seggio, dal messo del sindaco, dallo scrutatore a cui era stato affidato e dal personale del centro di raccolta che ha "chiuso" il seggio senza aver ricevuto il pacco. Oltre a ciò, a meno che non fosse finito dentro a qualche scatolone, anche il personale che ha fatto le pulizie, non si è curato di lui.
Un episodio brutto? Certamente. Un episodio grave? Sì, se credete che la vostra scheda valga qualcosa e dovrebbe essere trattata con molta cura prima di finire al macero.
Insomma, magari sarò politicizzato, ma quando Silvio Berlusconi dice che il voto, in virtù di quanto sopra "deve cambiare", a mio avviso non sta facendo altro che fomentare i suoi accoliti. Mi arrischierei a sfiorare anche l'accusa di tentativo di colpo di stato o eversione, ma non vorrei finire in mezzo a qualche denuncia, quindi smentisco immediatamente di averlo detto. Spero quindi che venga sciolta immediatamente la riserva sulle schede contestate, che dovrebbero essere esaminate entro 48 ore da qualcosa (cioè: chiusura del seggio o chiusura di tutti i seggi, non so con precisione), entro cioè oggi pomeriggio. Per le altre questioni, sinceramente, non vedo i termini per poter paventare la presenza di brogli, se non controllare i verbali in cerca di errori, contestando ai poveri presidenti un numero trascritto male o un timbro mancante, additarli come "sporchi comunisti" e trascinarli in un processo penale....
8 aprile 2006
GRUB LOADING.... Error 17
A quanto pare il mio sovraccaricato HD ha tirato le cuoia[1]. Fortuna che sono un tipo previdente e che, pur non avendo un masterizzatore con cui fare backup regolari, ho un secondo HD :-)
Ovviamente l'HD che si è rotto è quello sul canale IDE primario, cioè quello con le partizioni in cui erano installati i sistemi operativi e il backup dei dati personali. Il secondo HD, collegato ad un controller secondario (RAID Promise), in cui risiede la partizione /home/ è intatto.
Fortuna che ci sono i CD Live di Ubuntu, a permettermi un seppur rallentato nell'avvio e limitato nel multitasking accesso alla noosfera. È bello vedere come sia possibile installare programmi su una live (p.e. il plugin per flash con cui consultare i prezzi di un nuovo HD sul sito di Computer Discount).
Di contro, gestire la posta con le interfacce web dei miei due account non è proprio il massimo, per cui credo proprio che risponderò solo alle email urgenti. Spero di riuscire a inviare le traduzioni di shared-mime-info e i vari moduli di GStreamer al TP. Quasi quasi lo faccio subito senza aspettare la revisione, tanto per essere tranquilli.
E ora in cerca di un nuovo HD: non serve che sia capientissimo, né velocissimo, ma deve avere un MTBF molto molto alto, così come un elevatissimo ciclo di letture/scritture. Suggerimenti?
Cmq non tutto il male vien per nuocere. Da tempo infatti avrei voluto e dovuto riorganizzare le varie partizioni presenti, retaggio di anni passati a far convivere Windows ed un paio di distro, tant'è che alcune partizioni forse presentavano qualche problema a causa di vecchie e buggate versioni di ReiserFS. Ora che ci penso, visto che la partizione con Windows era ancora quella, seppur ridimensionata, che era stata installata senza che io lo chiedessi dal negoziante, ora sono senza sistemi operativi proprietari...
[1] o meglio, inizia a girare, poi il caricamento si ferma mentre da dentro al case iniza a fuoriuscire un misterioso "CRCRCR CRCRCR CRCRCR" ripetuto più e più volte. La cosa strana, tra l'altro è che pur avendolo disattivato dal BIOS, all'avvio della Ubuntu Live, il servizio EVMS cerca di usarlo lo stesso, cosa che mi ha costretto a Qualche idea?
Ovviamente l'HD che si è rotto è quello sul canale IDE primario, cioè quello con le partizioni in cui erano installati i sistemi operativi e il backup dei dati personali. Il secondo HD, collegato ad un controller secondario (RAID Promise), in cui risiede la partizione /home/ è intatto.
Fortuna che ci sono i CD Live di Ubuntu, a permettermi un seppur rallentato nell'avvio e limitato nel multitasking accesso alla noosfera. È bello vedere come sia possibile installare programmi su una live (p.e. il plugin per flash con cui consultare i prezzi di un nuovo HD sul sito di Computer Discount).
Di contro, gestire la posta con le interfacce web dei miei due account non è proprio il massimo, per cui credo proprio che risponderò solo alle email urgenti. Spero di riuscire a inviare le traduzioni di shared-mime-info e i vari moduli di GStreamer al TP. Quasi quasi lo faccio subito senza aspettare la revisione, tanto per essere tranquilli.
E ora in cerca di un nuovo HD: non serve che sia capientissimo, né velocissimo, ma deve avere un MTBF molto molto alto, così come un elevatissimo ciclo di letture/scritture. Suggerimenti?
Cmq non tutto il male vien per nuocere. Da tempo infatti avrei voluto e dovuto riorganizzare le varie partizioni presenti, retaggio di anni passati a far convivere Windows ed un paio di distro, tant'è che alcune partizioni forse presentavano qualche problema a causa di vecchie e buggate versioni di ReiserFS. Ora che ci penso, visto che la partizione con Windows era ancora quella, seppur ridimensionata, che era stata installata senza che io lo chiedessi dal negoziante, ora sono senza sistemi operativi proprietari...
[1] o meglio, inizia a girare, poi il caricamento si ferma mentre da dentro al case iniza a fuoriuscire un misterioso "CRCRCR CRCRCR CRCRCR" ripetuto più e più volte. La cosa strana, tra l'altro è che pur avendolo disattivato dal BIOS, all'avvio della Ubuntu Live, il servizio EVMS cerca di usarlo lo stesso, cosa che mi ha costretto a Qualche idea?
6 aprile 2006
Svedesi, questi sconosciuti
Per la prima volta mi sono recato da IKEA. Ed ho anche fatto acquisti. Ne sono uscito fuori con la sedia da uffico con rotelle BONNY e la lampada a sospensione LAKENE. Entrambe vanno a sostituire elementi d'arredo della mia stanza che necessitavano di essere buttati via tempo fa.
BONNY va a sostituire la mia vecchia sedia, distrutta dal tempo, dal sudore estivo, dal mio cane che gli piace saltarci sopra e vedere se si muove sulle rotelle e dal fatto che la mia astuta nonna, quando me la regalò per un compleanno, pensò che acquistare il modello che avevano in esposizione fosse meglio che acquistare la scatola con i pezzi da montare. Scelta poco accorta, visto che o era in esposizione da anni, o qualcuno l'aveva provata con molta veemenza: il punto di aggancio dello schienale, infatti si era allentato un po' e dopo qualche giorno di uso (non continuato, ovvio) si è sempre reso necessario stringere la vite. Ovviamente, per la legge di Murphy, alla vite non era attaccata una di quelle belle maniglione che ti permettono di stringere la viste stessa usando solo le mani; no, la vite poteva essere stretta solo per mezzo di una chiave a brugola. Ed io per molto tempo ho tenuto sulla mia scrivania il classico set di chiavi a brugola unite da un cerchio, tanto che, tra gli intimi, "andare al Paradiso della Brugola" significava andare in camera mia...
LAKENE invece mi è servita per passare da un cavolo di faretto OSRAM Concentra da 120 Watt largo una decina di centimetri almeno ad una più consona lampadina a risparmio energetico da 25 Watt (di consumo, 100 di illuminazione). Ovvamente, citando Caterpillar, m'illumino di meno, ma come recita la pagina citata sopra, crea una morbida luce d'atmosfera. Ora, se le forze dell'ordine non avessero in corso raid contro il P2P, dovrei cercare qualche MP3 di Barry White...
Risultato positivo, dunque. Due cose cercavo e due cose ho trovato. Anche se ignoro se magari altrove avrei trovato altro di più vantaggioso.
Anche mia sorella, che mi ha accompagnato, ha comprato qualcosa: la lucciola SPÖKA e il gancio BÄSTIS. Non ho capito bene a che le servano, ma erano così carini...
BONNY va a sostituire la mia vecchia sedia, distrutta dal tempo, dal sudore estivo, dal mio cane che gli piace saltarci sopra e vedere se si muove sulle rotelle e dal fatto che la mia astuta nonna, quando me la regalò per un compleanno, pensò che acquistare il modello che avevano in esposizione fosse meglio che acquistare la scatola con i pezzi da montare. Scelta poco accorta, visto che o era in esposizione da anni, o qualcuno l'aveva provata con molta veemenza: il punto di aggancio dello schienale, infatti si era allentato un po' e dopo qualche giorno di uso (non continuato, ovvio) si è sempre reso necessario stringere la vite. Ovviamente, per la legge di Murphy, alla vite non era attaccata una di quelle belle maniglione che ti permettono di stringere la viste stessa usando solo le mani; no, la vite poteva essere stretta solo per mezzo di una chiave a brugola. Ed io per molto tempo ho tenuto sulla mia scrivania il classico set di chiavi a brugola unite da un cerchio, tanto che, tra gli intimi, "andare al Paradiso della Brugola" significava andare in camera mia...
LAKENE invece mi è servita per passare da un cavolo di faretto OSRAM Concentra da 120 Watt largo una decina di centimetri almeno ad una più consona lampadina a risparmio energetico da 25 Watt (di consumo, 100 di illuminazione). Ovvamente, citando Caterpillar, m'illumino di meno, ma come recita la pagina citata sopra, crea una morbida luce d'atmosfera. Ora, se le forze dell'ordine non avessero in corso raid contro il P2P, dovrei cercare qualche MP3 di Barry White...
Risultato positivo, dunque. Due cose cercavo e due cose ho trovato. Anche se ignoro se magari altrove avrei trovato altro di più vantaggioso.
Anche mia sorella, che mi ha accompagnato, ha comprato qualcosa: la lucciola SPÖKA e il gancio BÄSTIS. Non ho capito bene a che le servano, ma erano così carini...
4 aprile 2006
Apertura della traduzione della user-guide di GNOME
Ho appena scritto questo post sulla mailing list dei traduttori di GNOME
Non ho avuto la possibilità di notificarlo, ma venerdì (o sabato?) ho fatto il commit "finale" della traduzione della Guida per l'utente dello GNOME Desktop. Finale non tanto perché completata, quanto perché con un ragionevole margine d'errore i messaggi tradotti sono tradotti in modo corretto.Estendo l'annuncio a tutti i miei affezionati lettori.
A questo punto la traduzione di questa guida (ancora 1744 messaggi da tradurre) è aperta ai contributi di tutti. Ovviamente, oltre a tradurre, sono benvenute le revisioni dei messaggi già tradotti (1016).
Io per il momento non ho molta voglia di tradurre (sono un po' saturo di questa traduzione), semmai potrei occuparmi della realizzazione delle figure.
Ovviamente a chi volesse intraprendere il lavoro di traduzione è richiesto, oltre alla solita conoscenza dell'inglese e dell'italiano, una buona conoscenza di GNOME, la voglia e la forza di mantenere le nuove traduzioni in linea (stile e terminologia) con le nuove traduzioni e un pizzico di conoscenza di XML-Docbook (per quei tag che non si possono evitare).
Il mio misero consiglio è di occuparsi di piccole cose per volta, ad esempio completare la traduzione del capitolo che spiega le varie opzioni ed il funzionamento di un certo strumento di preferenze, piuttosto che saltare da una parte all'altra del PO. Questo favorirebbe anche la divisione della traduzione tra diverse persone. Oh, dimenticavo, lasciando fuzzy le traduzioni effettuate, così da permettere una seconda revisione a chi (io?) andrà a fare il merge.
Per tutte le informazioni, chiedete pure a me in lista. In un tempo ragionevole e compatibile con i miei impegni, risponderò a tutti.
PS se credete possa essere utile, posso convertire gli XML in HTML e
pubblicarli sul mio spazio, così da permettere a chi non le ha installate la lettura del testo intero.
PPS sempre sul mio spazio web ci sono già le guide per l'amministrazione e per l'accessibilità... se a qualcuno andasse rileggerle...
Mi correggo
Nel precedente post ho detto:
... scrivendo chi c'è, chi non c'è, quante schede sono arrivate...
In realtà, in una delle ultime votazioni (referendum o europee, non ricordo), nei verbali era assente la riga in cui bisognava specificare se il numero di schede presenti nel pacco presente nell'ufficio corrispondeva a quanto dichiarato su una targhetta all'esterno del pacco stesso.
Infatti, nel nostro caso, il numero non corrispondeva. In assenza di un luogo apposito e consultando gli altri presidenti, abbiamo preferito scrivere un foglio a parte, in duplice copia, timbrato e firmato e inserito nei verbali.
Non so se la mancanza di tale riscontro era per quel solo tipo di elezione o se il Ministero dell'interno ha cambiato procedure in toto.
... scrivendo chi c'è, chi non c'è, quante schede sono arrivate...
In realtà, in una delle ultime votazioni (referendum o europee, non ricordo), nei verbali era assente la riga in cui bisognava specificare se il numero di schede presenti nel pacco presente nell'ufficio corrispondeva a quanto dichiarato su una targhetta all'esterno del pacco stesso.
Infatti, nel nostro caso, il numero non corrispondeva. In assenza di un luogo apposito e consultando gli altri presidenti, abbiamo preferito scrivere un foglio a parte, in duplice copia, timbrato e firmato e inserito nei verbali.
Non so se la mancanza di tale riscontro era per quel solo tipo di elezione o se il Ministero dell'interno ha cambiato procedure in toto.
Tutti pazzi per le chiavette USB
Avevo pensato di dedicare questo post ai bellissimi 3 giorni trascorsi in montagna a spalare letame, zappare ed arrampicarmi sugli alberi da frutto, a descrivere insomma i piaceri della vita rurale (una sorta di "Titire tu patule recubans sub tegmine fagi") ma visto che una volta tornato nella caotica metropoli ho trovato ubriachi parlare in televisione e sui giornali, ho deciso che questo post avrà un target politico. Anzi governativo.
ICI a parte[1], per i piccoli geek sparsi per l'italia c'è un altro grande dubbio sulle prossime elezioni che tiene banco: lo scrutinio elettronico. Il messaggio ufficiale, governativo, lo trovate qui mentre un buon riassunto dei vari commenti e reazioni in rete qui.
Due punti da chiarire IMHO:
Innanzitutto: chi c'è in un ufficio di sessione? Chi ha diritto a entrare, ossia il presidente (nominato dal presidente della corte d'appello, scelto da iscritti ad una lista), gli scrutatori (nominati dal Comune), il segretario (scelto dal presidente di seggio per coadiuvarlo). A questi si affiancano, ma con sola funzione di osservatore i cosiddetti rappresentanti di lista (la cui "nomina" è fatta dal partito e/o dal candidato presso gli uffici comunali o presso notaio) e il delegato del sindaco (ossia colui che ha in custodia il materiale fino all'insediamento dell'ufficio di sessione, esterno all'uffico, ma di coordinazione col mondo esterno). Tutte queste persone sono pubblici ufficiali (sì, anche i rappresentanti di lista) per tutta la durata delle operazioni elettorali; se li offendete, la pena raddoppia o triplica. Tutte queste persone hanno libero accesso alla triste aula della scuola in cui è insediato l'ufficio. Gli altri entrano solo se il presidente glielo concede.
In secondo luogo: cosa accade realmente durante l'elezione? Essenzialmente tre cose: timbrare, firmare e contare. Detto così è un po' poco, quindi vi descrivo più o meno in dettaglio tutto ciò che avviene oltre ai cinque minuti in cui l'elettore staziona nell'ufficio.
Operazioni preliminari
Nelle elezioni come la prossima si comincia il sabato pomeriggio e, oltre al solito costrurire le urne coi cartoni, disporre tavoline e sedie, si procede con il conteggio degli aventi diritto a votare nell'ufficio (elencati nelle liste di sezione, maschile e femminile), quindi con il timbrare e firmare (siglare basta e avanza) un numero di schede pari agli aventi diritto al voto.
Un bravo presidente di seggio sa che questa operazione si compie meglio su un grande tavolo, con uno che dispone le schede su cinque file, uno che passa con il timbro e le timbra, uno che passa dopo il timbro e mette la sigla, uno che passa alla fine e le raccoglie facendo mucchi di 50. Ufficialmente si dovrebbero prima dividere tra gli scrutatori, poi siglarle, poi riunire, poi darle al presidente che se le timbra tutte...
Oh, il segretario, nel frattempo, si compila la prima parte de verbali scrivendo chi c'è, chi non c'è, quante schede sono arrivate, quanti erano gli elettori, che numero c'è sul timbro[2] ed altre amenità varie.
Operazioni di voto
Nel giorno dell'elezione, poi, si dovrebbe procedere così: l'elettore si presenta a votare, il presidente ne accerta tramite documento di riconoscimento l'identità (come se il presidente potesse distinguere un documento vero da uno falso o se certe foto sulle patenti del '72 possano rispecchiare ancora chi ti trovi davanti), quindi lo scrutatore controlla sulla tessera elettorale se non ci siano già timbri per l'elezione in corso, appone timbro e data sulla tessera, annota il numero di tessera nel registro e il numero di iscrizione nella lista elettorale di sezione (diversa dal registro), quindi il presidente consegna scheda e matita all'elettore, l'elettore va in cabina, vota, piega la scheda, esce, la restituisce al presidente, il presidente verifica se la scheda è la stessa che gli ha dato poco sopra e che non ci siano segni all'esterno, quindi depositata la scheda nell'urna, il presidente ne fa attestare la riconsegna facendo apporre dallo scrutatore l'apposizione della firma nella lista di sezione[3].
Di solito, però, tutto ciò non avviene mai in questo ordine e mai impiegando due persone. Specie non il presidente, che nel mio caso sta molto spesso ad intrattenere relazioni pubbliche con gli altri uffici di sezione (corteggiare le scrutatrici del seggio è conflitto d'interesse e poi ho come segretario mia sorella... corteggiare le scrutatrici degli altri seggi è un'altra storia)
Operazioni di scrutinio
Quanto descritto sopra, però, è facile da capire anche per quell'elettore che segue con attenzione cosa accade nei cinque minuti in cui è dentro. E vi prego, elettori, non fate brutta figura dicendo: «Devo firmare da qualche parte?», specie se già votate per il Senato.
Ciò che l'elettore non sa è come avviene lo spoglio o scrutinio dei voti. Vi ho già tediato abbastanza con la procedura descritta sopra, quindi vi salto tutte le operazioni necessarie dalla chiusura della votazione all'apertura dell'urna. Solo vi dico che l'invio delle schede timbrate e non timbrate non utilizzate va fatto prima di aprire l'urna e di contare il numero dei votanti (ma un bravo presidente che sa fare il suo lavoro ha costantemente fatto contare il numero degli elettori durante il voto e ha fatto un'ultima contata 3 minuti prima della chiusura del seggio).
Una volta aperta l'urna si dovrebbe fare così[4]: uno scrutatore infila la mano nell'urna, estrae una scheda, la spiega, la passa al presidente, il presidente dichiara il voto, espone la scheda ai presenti come la Santa Sindone, la passa ad un secondo scrutatore che assieme al segretario mette il voto nelle tabelle di scrutinio[5] infine la scheda è consegnata ad un terzo scrutatore che la pone dove la deve porre (valide, nulle, bianche, valide per il partito ma non per il candidato...).
Di solito, però, tutto ciò non avviene mai in questo ordine e mai impiegando in modo così inutile le persone. Di solito si fa quello che è definito il metodo del "mucchietto", come ho letto in questi giorni da qualche parte, che pare essere pratica illegale, utilizzata soprattutto da quei comunisti professionisti che vivono nei seggi elettorali. In pratica, si apre l'urna, si prendono manciate di schede, ci si mette intorno ad un tavolo, metà delle persone le sfoglia e metà delle persone le impila. Poi si fanno "mucchietti" di dieci, ricontrollando che in realtà non si abbia per le mani una scheda nulla, o una nel posto sbagliato e si incrociano i mucchietti. Una volta sgrossate in questo modo si procede alla conta, a dieci a dieci per partito o coalizione o risposta a quesito referendario o candidato sindaco/presidente di regione/presidente di provincia, risfogliando in tutto in una passata finale per eventuali preferenze, quando l'elezione è con sistema maggioritario.
Operazioni di scrutino elettronico
Ora, se le cose andranno come credo di aver intuito leggendo, nelle sezioni in cui è attivo lo scrutinio elettronico, non sarà più possibile fare così: se i Ministreri dell'Interno e dell'Innovazione Tecnologica hanno fatto un contratto serio, il computer che sarà presente nell'ufficio elettorale, dovrebbe accettare solo incrementi di 1 (la singola scheda estratta dall'urna) e non di N (il totale dei voti ad un partito calcolato col mucchietto). Citando infatti il comunicato linkato sopra:
In pratica, per far rispettare il corretto metodo di spoglio (che è lento, lento, lento), abbiamo sostituito la classica matita rossoblu da insegnante usata per annerire i quadratini nelle tabelle, con un computer e due monitor (o un portatile e un monitor, dipende), aggiungendo, già che c'eravamo un operatore informatico, perché in fondo il presidente di seggio e gli scrutatori non possono essere istruiti per usare il programma siffatto.
Questo è quello che capisco. E non mi pare 'sta grande innovazione...
Operazioni di controllo
Ovviamente alla fine del conto c'è un'ultima operazione da compiere: verificare che il numero di schede che sono uscite fuori dall'urna coicida con il numero di elettori che ha votato.
Banale, ma è il terrore di ogni presidente di seggio. I conti debbono tornare. Con uno scarto di +0 o -0.
Di solito i conti non tornano se nella confusione si è scritto un votante in più o in meno (ma contando i votanti a 3 minuti dalla chiusura del seggio e confronando con le scede timbrate che ti avanzano lo sai già prima di chiudere), o se una scheda rimane infilata in qualche risvolto dell'urna, o se un mucchietto è da 9 invece che da 10.
I conti, poi, non tornano se c'è stato un errore di trascrizione durante lo scrutinio (magari per la stanchezza si è dimenticato di annerire su una tabella)
Ovviamente lo scrutinio elettronico non può nulla nei primi due casi, mentre il terzo è solo una pratica illegale di cui ho sentito parlare da altri presidenti di seggio, ma alla quale non mi sono mai convertito. Per l'ultima ipotesi, quella della trascrizione, c'è da notare che anche l'operatore informatico può sbagliare ad inserire un dato, così come c'è da notare che il programma usato per tale trascrizione può essere affetto da bug. Cmq il MIT recita:
Ciò vuol dire
ICI a parte[1], per i piccoli geek sparsi per l'italia c'è un altro grande dubbio sulle prossime elezioni che tiene banco: lo scrutinio elettronico. Il messaggio ufficiale, governativo, lo trovate qui mentre un buon riassunto dei vari commenti e reazioni in rete qui.
Due punti da chiarire IMHO:
- non si tratta di voto (cioè dell'elettore che esprime la sua preferenza tramite strumenti elettronici), ma di scrutinio (cioè dello spoglio dei voti alla chiusura delle elezioni).
- molti dei commenti in rete mi sono parsi fuori luogo, forse perché all'oscuro di quelle che sono le reali modalià di voto attuali.
Innanzitutto: chi c'è in un ufficio di sessione? Chi ha diritto a entrare, ossia il presidente (nominato dal presidente della corte d'appello, scelto da iscritti ad una lista), gli scrutatori (nominati dal Comune), il segretario (scelto dal presidente di seggio per coadiuvarlo). A questi si affiancano, ma con sola funzione di osservatore i cosiddetti rappresentanti di lista (la cui "nomina" è fatta dal partito e/o dal candidato presso gli uffici comunali o presso notaio) e il delegato del sindaco (ossia colui che ha in custodia il materiale fino all'insediamento dell'ufficio di sessione, esterno all'uffico, ma di coordinazione col mondo esterno). Tutte queste persone sono pubblici ufficiali (sì, anche i rappresentanti di lista) per tutta la durata delle operazioni elettorali; se li offendete, la pena raddoppia o triplica. Tutte queste persone hanno libero accesso alla triste aula della scuola in cui è insediato l'ufficio. Gli altri entrano solo se il presidente glielo concede.
In secondo luogo: cosa accade realmente durante l'elezione? Essenzialmente tre cose: timbrare, firmare e contare. Detto così è un po' poco, quindi vi descrivo più o meno in dettaglio tutto ciò che avviene oltre ai cinque minuti in cui l'elettore staziona nell'ufficio.
Operazioni preliminari
Nelle elezioni come la prossima si comincia il sabato pomeriggio e, oltre al solito costrurire le urne coi cartoni, disporre tavoline e sedie, si procede con il conteggio degli aventi diritto a votare nell'ufficio (elencati nelle liste di sezione, maschile e femminile), quindi con il timbrare e firmare (siglare basta e avanza) un numero di schede pari agli aventi diritto al voto.
Un bravo presidente di seggio sa che questa operazione si compie meglio su un grande tavolo, con uno che dispone le schede su cinque file, uno che passa con il timbro e le timbra, uno che passa dopo il timbro e mette la sigla, uno che passa alla fine e le raccoglie facendo mucchi di 50. Ufficialmente si dovrebbero prima dividere tra gli scrutatori, poi siglarle, poi riunire, poi darle al presidente che se le timbra tutte...
Oh, il segretario, nel frattempo, si compila la prima parte de verbali scrivendo chi c'è, chi non c'è, quante schede sono arrivate, quanti erano gli elettori, che numero c'è sul timbro[2] ed altre amenità varie.
Operazioni di voto
Nel giorno dell'elezione, poi, si dovrebbe procedere così: l'elettore si presenta a votare, il presidente ne accerta tramite documento di riconoscimento l'identità (come se il presidente potesse distinguere un documento vero da uno falso o se certe foto sulle patenti del '72 possano rispecchiare ancora chi ti trovi davanti), quindi lo scrutatore controlla sulla tessera elettorale se non ci siano già timbri per l'elezione in corso, appone timbro e data sulla tessera, annota il numero di tessera nel registro e il numero di iscrizione nella lista elettorale di sezione (diversa dal registro), quindi il presidente consegna scheda e matita all'elettore, l'elettore va in cabina, vota, piega la scheda, esce, la restituisce al presidente, il presidente verifica se la scheda è la stessa che gli ha dato poco sopra e che non ci siano segni all'esterno, quindi depositata la scheda nell'urna, il presidente ne fa attestare la riconsegna facendo apporre dallo scrutatore l'apposizione della firma nella lista di sezione[3].
Di solito, però, tutto ciò non avviene mai in questo ordine e mai impiegando due persone. Specie non il presidente, che nel mio caso sta molto spesso ad intrattenere relazioni pubbliche con gli altri uffici di sezione (corteggiare le scrutatrici del seggio è conflitto d'interesse e poi ho come segretario mia sorella... corteggiare le scrutatrici degli altri seggi è un'altra storia)
Operazioni di scrutinio
Quanto descritto sopra, però, è facile da capire anche per quell'elettore che segue con attenzione cosa accade nei cinque minuti in cui è dentro. E vi prego, elettori, non fate brutta figura dicendo: «Devo firmare da qualche parte?», specie se già votate per il Senato.
Ciò che l'elettore non sa è come avviene lo spoglio o scrutinio dei voti. Vi ho già tediato abbastanza con la procedura descritta sopra, quindi vi salto tutte le operazioni necessarie dalla chiusura della votazione all'apertura dell'urna. Solo vi dico che l'invio delle schede timbrate e non timbrate non utilizzate va fatto prima di aprire l'urna e di contare il numero dei votanti (ma un bravo presidente che sa fare il suo lavoro ha costantemente fatto contare il numero degli elettori durante il voto e ha fatto un'ultima contata 3 minuti prima della chiusura del seggio).
Una volta aperta l'urna si dovrebbe fare così[4]: uno scrutatore infila la mano nell'urna, estrae una scheda, la spiega, la passa al presidente, il presidente dichiara il voto, espone la scheda ai presenti come la Santa Sindone, la passa ad un secondo scrutatore che assieme al segretario mette il voto nelle tabelle di scrutinio[5] infine la scheda è consegnata ad un terzo scrutatore che la pone dove la deve porre (valide, nulle, bianche, valide per il partito ma non per il candidato...).
Di solito, però, tutto ciò non avviene mai in questo ordine e mai impiegando in modo così inutile le persone. Di solito si fa quello che è definito il metodo del "mucchietto", come ho letto in questi giorni da qualche parte, che pare essere pratica illegale, utilizzata soprattutto da quei comunisti professionisti che vivono nei seggi elettorali. In pratica, si apre l'urna, si prendono manciate di schede, ci si mette intorno ad un tavolo, metà delle persone le sfoglia e metà delle persone le impila. Poi si fanno "mucchietti" di dieci, ricontrollando che in realtà non si abbia per le mani una scheda nulla, o una nel posto sbagliato e si incrociano i mucchietti. Una volta sgrossate in questo modo si procede alla conta, a dieci a dieci per partito o coalizione o risposta a quesito referendario o candidato sindaco/presidente di regione/presidente di provincia, risfogliando in tutto in una passata finale per eventuali preferenze, quando l'elezione è con sistema maggioritario.
Operazioni di scrutino elettronico
Ora, se le cose andranno come credo di aver intuito leggendo, nelle sezioni in cui è attivo lo scrutinio elettronico, non sarà più possibile fare così: se i Ministreri dell'Interno e dell'Innovazione Tecnologica hanno fatto un contratto serio, il computer che sarà presente nell'ufficio elettorale, dovrebbe accettare solo incrementi di 1 (la singola scheda estratta dall'urna) e non di N (il totale dei voti ad un partito calcolato col mucchietto). Citando infatti il comunicato linkato sopra:
durante la fase di spoglio, un operatore informatico, ...
acquisisca su un personal computer le risultanze dello
scrutinio, scheda per scheda, come attribuite dal
Presidente dell'ufficio elettorale di sezione.
Il dato acquisito viene altresì visualizzato attraverso un
ulteriore monitor orientato dalla parte del Presidente di sessione.
acquisisca su un personal computer le risultanze dello
scrutinio, scheda per scheda, come attribuite dal
Presidente dell'ufficio elettorale di sezione.
Il dato acquisito viene altresì visualizzato attraverso un
ulteriore monitor orientato dalla parte del Presidente di sessione.
In pratica, per far rispettare il corretto metodo di spoglio (che è lento, lento, lento), abbiamo sostituito la classica matita rossoblu da insegnante usata per annerire i quadratini nelle tabelle, con un computer e due monitor (o un portatile e un monitor, dipende), aggiungendo, già che c'eravamo un operatore informatico, perché in fondo il presidente di seggio e gli scrutatori non possono essere istruiti per usare il programma siffatto.
Questo è quello che capisco. E non mi pare 'sta grande innovazione...
Operazioni di controllo
Ovviamente alla fine del conto c'è un'ultima operazione da compiere: verificare che il numero di schede che sono uscite fuori dall'urna coicida con il numero di elettori che ha votato.
Banale, ma è il terrore di ogni presidente di seggio. I conti debbono tornare. Con uno scarto di +0 o -0.
Di solito i conti non tornano se nella confusione si è scritto un votante in più o in meno (ma contando i votanti a 3 minuti dalla chiusura del seggio e confronando con le scede timbrate che ti avanzano lo sai già prima di chiudere), o se una scheda rimane infilata in qualche risvolto dell'urna, o se un mucchietto è da 9 invece che da 10.
I conti, poi, non tornano se c'è stato un errore di trascrizione durante lo scrutinio (magari per la stanchezza si è dimenticato di annerire su una tabella)
Ovviamente lo scrutinio elettronico non può nulla nei primi due casi, mentre il terzo è solo una pratica illegale di cui ho sentito parlare da altri presidenti di seggio, ma alla quale non mi sono mai convertito. Per l'ultima ipotesi, quella della trascrizione, c'è da notare che anche l'operatore informatico può sbagliare ad inserire un dato, così come c'è da notare che il programma usato per tale trascrizione può essere affetto da bug. Cmq il MIT recita:
i dati acquisiti vengono stampati e il Presidente dell'Ufficio
Elettorale di Sezione attesta la conformità degli esiti della
rilevazione informatizzata dello scrutinio rispetto a quelli
risultanti dall'annotazione sulle tabelle di scrutinio cartacee.
In caso di discordanza i risultati provenienti dall'elaborazione
manuale vengono comunicati all'operatore che li inserisce nel
computer in qualità di dati ufficiali.
Elettorale di Sezione attesta la conformità degli esiti della
rilevazione informatizzata dello scrutinio rispetto a quelli
risultanti dall'annotazione sulle tabelle di scrutinio cartacee.
In caso di discordanza i risultati provenienti dall'elaborazione
manuale vengono comunicati all'operatore che li inserisce nel
computer in qualità di dati ufficiali.
Ciò vuol dire
- che, giustamente, lo scrutinio elettronico ancora non sostituisce quello cartaceo, che rimane quello ufficiale
- che i dati elettronici possono essere corretti almeno una volta per farli allineare a quelli cartacei
- che il presidente deve verificare che i due dati coincidano e attestarlo (in duplice copia, sicuramente)