30 settembre 2010

Queen of sugar II



E non vi dirò neppure di quello che cela il sorriso a 32 denti di lui e quello sventolare continuo del Rolex Oyster sotto il naso, che è facile capire che dietro a quelle piume da pavone c'è già la tacca sul fucile da segnare, vede già il rosa della carne morbida e polposa come un fiore di cactus.
Immagina l'incontro come una lotta ma non sa che lei è stanca di lottare, che vuole in fondo solo uno spazio perfetto, in cui possa finalmente cedere le armi e lasciarsi andare, farsi scopare fino al midollo e poi, finalmente, evaporare.

F.

29 settembre 2010

Queen of Sugar

Gioco sporco, lo so. Mi nascondo dietro la dichiarazione di un'etica che mi impedisce di fare certe cose a perfetti sconosciuti, ma questo non mi trattiene dal leggere nelle teste di chi mi è caro. Sì, ho proprio detto così, leggere nelle teste. Non dedurre. Non usare le arti della psicologia per interpretare possibilità di pensieri a partire da comportamenti automatici degli arti e dei muscoli facciali. Leggere, magari un po' sfocato, ma comunque leggere.

A mia discolpa posso dire che non lo faccio apposta, che non ho intenzione di arricchirmi in borsa o a un tavolo di poker, che appena posso compro la barriera mentale Fraudolent. A mia condanna sappiate che la prima cosa che si sente, bene, diretta, profonda e lancinante sono i mal di testa.

Detto questo suppongo vi starete domandando: «Chissà cosa c'è nella testa della gente?»

Sbagliato, la domanda è mal posta. Forse dovreste chiedervi cosa c'è che non sia già dannatamente evidente. Nei loro volti. Nei loro occhi. Nelle loro mani e nei gesti. Nelle loro email.

Prendiamo ad esempio quella coppia seduta lì nell'angolo. Lui ride. Lei sorride. Lui agita le mani, roteandole come per accompagnare le parole che escono a fiume. Lei annuisce di tanto in tanto con le braccia conserte. Volete veramente che provi a pescare tra tanti i pensieri di lei? Non è così evidente che sia a disagio? Leggerla sarebbe solo una ineducata violazione della privacy.

... continua ...

16 settembre 2010

Finalmente lib(e)ro

...e che non mi si venga a parlare male dei prodotti Ikea!

La palla di vetro (qui di fianco fotografata) ha funzionato alla grande, magari sarà stata la fortunata combinazione di colori.

A partire da 24 ore fa sono finalmente libero di... mettermi con decisione a portare a termine tutto ciò che ho lasciato indietro (lavoro, mailing list, traduzioni, coccole, telegiornali...), per non parlare del gazzilione di email non lette che si sono impilate una sull'altra...

Se volete sapere cosa e come e dove e con chi, sembra che sabato sarò in quel di Perugia...

15 settembre 2010

Finito?

...quasi, mi manca solo lo sguardo sul futuro... ma la mia palla di vetro è a marchio Ikea...