29 maggio 2010

Dalla padella alla brace

Noi di Repubblica siamo sbarcati con voi su un pianeta nuovo e l'orizzonte è emozionante e infinito. Guardate come sa essere ironica e dispettosa la storia: nel momento in cui in Italia si cerca di imbavagliare l'informazione, il nostro giornale atterra per primo su un pianeta di pochi centimetri quadrati dove la libertà è senza limiti. Repubblica è su iPad, sulla "tavoletta" magica che sarà soltanto la prima creatura fra le molte che seguiranno e imiteranno l'intuizione di Steve Jobs, del nuovo modo di leggere e di essere liberi di informarsi. Come disse Sandro Pertini nelle sue indimenticabili parole al terzo gol dell'Italia mondiale in Spagna: "Adesso non ci prendono più". Ci proveranno, ma sarà sempre più difficile che ci riescano.
From here.

Mi verrebbe da dire "Complimenti a Vittorio Zucconi per non averci capito un ca##o", ma ho firmato un codice di condotta e bla bla bla, per cui, semplicemente, pacatamente, mi limito a puntualizzare che in quel piccolo pianeta ce ne sono tanti, ma tanti, di limiti.

Perché, se veramente pensate di continuare così, non gli serve provare a ingabbiarvi, ci sono già riusciti, non gli serve imbavagliarvi, vi siete già mozzati le ali da soli, miei piccoli uccelli di Hermes.

27 maggio 2010

Dillo con colori tuoi


Exhibit #1 - Schermata ritraente la pagina dei colori scelti come nuova palette per Ubuntu, il PDF originale lo rintracciate passando da qui.


Exhibit #2 - La stessa schermata di sopra, ma corretta (con GIMP) in modo da far usare ai cerchi il colore rispettivamente indicato nella didascalia come HEX.


Exhibit #2 - La stessa schermata di sopra, ma corretta (con GIMP) in modo da far usare ai cerchi il colore rispettivamente indicato nella didascalia tramite i valori CMYK.

Ehmmm... a me qualcosa non torna, ma io di grafica non ci ho mai capito un emerito beeeeeeeeep.

Update 1: il CMYK potrebbe essere rappresentato male su schermo a causa del diverso tipo di rappresentazione, permane comunque la differenza tra 1 e 2.
Update 2: il nuovo sito usa il colore della immagine 2
Update 3: nota personale, mancherebbe l'aubergine, o quello lo può usare solo Canonical e quindi non fa parte del branding?
Update 4: personalmente preferisco l'arancione "sbagliato" dell'immagine 1
Update 5: qualcuno ha un Acrobad Reader con cui provare il PDF?

25 maggio 2010

OMWF

Che ci sia stato il Meeting di Ubuntu-it a Bologna dovrebbe essere cosa nota¹.

Che in quel di Bologna siano successe cose interessanti² poteva essere prevedibile.

Che in questa occasione partecipassi anche io mi sa che forse fino all'ultimo hanno dubitato in parecchi ;)

Che potessi esimersi dall'esplicitare il Luca-pensiero (o l'elle.uca-pensiero? uff, dannata personalità multipla) invece non era contemplabile.

Ebbene Luca (e non elle.uca, badate bene) pensa che siano stati due giorni bellissimi per un semplicissimo fatto: non si era riunito un team, si era riunita una famiglia. Vecchi o nuovi, giovani o adulti, di qua o di là del palco, inattesi o immancabili. E, concedetemelo, non si tratta di codici di condotta, o interessi, o passioni, o livello di nerditudine a fare da collante. Si tratta, semplicemente, che una qualche bizzarria del destino ha riunito di qua e di là dello schermo, a distanza di una manciata di bit, un piccolo serraglio di persone eccezionali.

Per questo, per tutto e per qualcosa in più... grazie, a tutte, a tutti, in attesa che ci sia un'altra occasione e che possa essere come sempre Once More, With Feeling.

[1] sennò, sapevatelo!
[2] ehehehe... eheheheh... non sperate che come cosa interessante intendessi un qualche salto evoluzionario nel corso dei vari progetti che seguiamo, vero?!?!? ma un nome pare resterà inciso nei cuori: roadhouse!

18 maggio 2010

To overlook

Overlook O`ver*look", v. t. [imp. & p. p. Overlooked; p. pr.
& vb. n. Overlooking.]
1. To look down upon from a place that is over or above; to look over or view from a higher position; to be situated above, so as to command a view of; as, to overlook a valley from a hill; a hotel room that overlooks the marketplace. "The pile o'erlooked the town." --Dryden.
[1913 Webster +PJC]
Riassumendo:
  • I designer e gli sviluppatori di Canonical/Ubuntu¹ vogliono introdurre per la 10.10 la global menu bar, per lo meno nella edizione netbook
  • I designer e gli sviluppatori di Canonical/Ubuntu vogliono introdurre una barra di stato che appaia secondo necessità, a la Chrome/Chromium
  • Gli sviluppatori di Canonical/Ubuntu2 per fare tutto ciò dovranno in primis applicare le modifiche necessarie ai programmi basati su GTK+ (visto che hanno scelto GNOME come ambiente grafico) e poi estendere il tutto anche a progetti che assomigliano ad applicazioni GTK+, ma che in realtà non lo sono (Firefox, OpenOffice.org, ...)
  • Diversi progetti chiave di Ubuntu stanno usando WebKitGtk
Guardando oltre:
  • Epiphany è un browser che usa WebKitGtk;
  • Epiphany è un browser basato su GTK+;
  • Epiphany si è appena dotato di una barra di stato a comparsa³.
Lamentandosi un po':
  • ma, nel caso, è proprio necessario ricorrere a progetti "estranei" come Chromium quando si ha un Epiphany per le mani?!?!
  • ma non potrebbero sviluppare una estensione per Epiphany (ora scrivibili nel salvifico JavaScript) che salvi cronologia e segnalibri via UbuntOne?!?!?
  • scu-scusa ma... tu suoni?!?
[1] non chiedetemi di distinguere tra i due, per stabilire chi ha voluto cosa
[2] perché quando il lavoro si fa duro, i designer vanno a fare mockup
[3] leggere bene cosa dice nel commit e guardare la mole di lavoro necessaria ad applicare la barra di stato a comparsa per 1 solo modulo

11 maggio 2010

È tempo di andar (in edicola)

Ci sono cose che voi umani non potete immaginare. Poi ci sono cose che voi umani non potete vedere. Infine ci sono cose che voi umani non avreste mai potuto immaginare, ma potreste tranquillamente vedere.

Un paio? OK, giusto due.

La prima è vedere il vostro sottoscritto affezionatissimo entrare in una edicola e chiedere il settimanale "Grazia" per uso personale e consultare l'indice non appena allontanatosi di 2 metri dalla edicola stessa (se per caso passate da queste parti e volete assistere sarò ben lieto di farmi anche fotografare).

La seconda è vedere un articolo¹ su Ubuntu 10.04 all'interno del prossimo numero della sunnominata rivista (in edicola a partire da martedì 11 maggio). Sì, Grazia, quella che voi maschietti non avreste toccato neanche con la canna da pesca, e vi limitavate a buttare l'occhio sulla cover girl di turno. La faccia e le parole² sono quelle del nostro adorabile "nuovo acquisto", Silvia Bindelli: va bene, dai, usa Kubuntu e l'apprezza anche, ma in fondo nessuno è perfetto, no? :P

Ovviamente valgono le due seguenti raccomandazioni:
  1. mi raccomando, non fate i soliti nerd seguaci di Saint Ignucius
  2. mi raccomando, non fatelo sapere a quelli di Fedora
[1] OK, OK, magari è solo un trafiletto, ma dal punto di vista massmediatico ed emozionale è un articolo a due colonne tagli alto
[2] oh, ne ha molte di più di quelle che leggerete, statene certi, ma l'entropia non perdona e lo spazio libero inizia a scarseggiare

8 maggio 2010

All warez and no freedom makes Winnie a stingy boy

Ok, tutti sappiamo che con gli exit pool ci si scotta, ma a tre giorni dalla chiusura di The Humble Indie Bundle, la vendita promozionale di videogame tecnologicamente sostenibile, le medie¹ sono le seguenti:
  1. win user: 7,08 $
  2. mac user: 9,74 $
  3. lin user: 13,85 $
In particolare sembra che il 50% degli acquirenti/partecipanti sia utente win, il restante 50% quasi equamente distribuito tra mac e linux.

Morale della favola: parecchie, di sicuro che chi usa Linux non lo fa soltanto perché è tuttogratis, che i mac user hanno già speso abbastanza per comprare il loro hardware e che i win user... diciamocelo, ormai sono una battaglia persa

[1] VOGLIAMO LA VARIANZA!!!!!

Me, myself, the shell and the menu

Sì, lo so, speravate che ci fosse materiale in abbondanza per una delle mie solite sparate sulle novità di questi ultimi giorni (Shuttleworth che dice no a GNOME Shell, GNOME Shell che dice no agli indicatori di Shuttleworth, barra globale¹ dei menù nella Netbook 10.10, capolino di un uPanel² al posto di GNOME Panel sempre forse per Ubuntu Netbook).

Ebbene, come si dice a Roma, il peggio non è mai morto. Colgo quindi l'occasione per ringraziare pubblicamente Claudio Arseni (su IRC lo conoscete con un altro nome) per avermi lasciato ancor più senza parole di quanto non fossi, a causa di sconvolgenti rivelazioni.

Ora io mi siedo, aspetto che quelle cose vengano annunciate e voglio vedere quanta gente replicherà con "bellissimo!", "stupendo!", "tra sei mesi saranno faville!"

Stay Tuned :P

PS sì, diciamo pure che a questo punto potete chiamarlo "fork" senza offese

[1] da notare descritta rigorosamente come window-based e non application-based a-la Mac OS, come a dire... no, niente commenti per ora
[2] io avrei anche chiesto conferma, ma quell'uomo continua a ignorarmi, eppure mi firmo con lferrett@gnome.org, mica pizze e fichi...

4 maggio 2010

Brave new word

Cattura di schermate lucide: check!

Cattura di video fluidi: check!

Transcodifica dei video in un formato chiuso e proprietario, ma che piace tanto a tutti¹: check!

Masterizzazione di un bel DVD con tutto il materiale: check!

Vedere Flavia che si mette il cerone²: check!

Vedere la faccia che faranno quelli di Fedora quando per l'ennesima volta Ubuntu finirà su una trasmissione a diffusione nazionale³: eh, a trovarne uno nei paraggi

Stay tuned...

[1] specie a quelli antipatici e sempre sudati e a quelli ipergeek e vestiti di sneakers
[2] ma non era meglio una calza sull'obbiettivo???
[3] digitale e analogico che sia

1 maggio 2010

The Good, the Ugly and the Marketing

Lo sapete, non sono il tipo da scrivere post annunciando cose che in fondo coloro per caso o per interesse dovessero giungere qui già sa, per cui non sarà certo da queste parole che verrete a sapere che è stato rilasciato Ubuntu 10.04.

Lo sapevamo che sarebbe successo, lo sapevamo che ci sarebbero state delle novità (buone o brutte, questo poi dipenderà dal giudizio, dai gusti e dalla esigenze personali), sapevamo soprattutto che non ci sarebbero state rivoluzioni (una idea, diciamocela, così squisitamente otto-novecentesca da essere inapplicabile nel 2010).

E allora? Beh, in quelle giornate di fervido scambio di idee che è stato in convegno Cultura senza Barriere in quel di Padova, in uno dei seminari che ho seguito, era trattata una questione molto interessante, che potrebbe apparire slegata, ma che in fondo tanto estranea non è: il ruolo della pubblicità "virale" ai giorni d'oggi.

Due le parole chiave emerse: passaparola e trasparenza.

Per la seconda ce la caviamo con un misero paragrafo: trovare qualcosa più trasparente del software libero direi che è difficile. Magari non è per tutti, ma il codice è lì a disposizione, le discussioni e le scelte anche¹. Chi volesse veramente sapere cosa succede ha tutti gli strumenti per farlo. E per intervenire, ovviamente nei modi dovuti.

Passaparola. Il concetto è semplice: di chi vi fidate di più? Di una pubbicità vista in televisione o del sottoscritto - anche se forse è meglio dire "tanti piccoli sottoscritti come me" - che vi dice che a causa della scelta di non inserire la testina di stampa nelle cartucce, le stampanti Epson sono più prone delle HP² a far seccare l'inchiostro negli augelli, rendendo la stampante stessa inservibile? Nella società moderna le fonti informative disponibili grazie a Internet sono diventate da poche decine rintracciabili in edicola a potenzialmente milioni rintracciabili sul web. E non sempre la carta stampata è riuscita a tenere il passo e mantere la sua autorevolezza nella capacità di scegliere le fonti attendibili o anche semplicemente opportune a cui attingere.

Estendiamo l'idea a Ubuntu (o a GNU/Linux in generale): è bello ovviamente che i giornali e i siti di news ne parlino, vuol dire che l'entità Ubuntu (o GNU/Linux in generale) viene riconosciuta, esiste, non solo nell'underground. E per questo li ringraziamo, anche quando parlano male o in modo non corretto di "noi"³. Il lettore/fruitore/consumatore/cittadino "contemporaneo", però, crederà e si affiderà ancora a quello che c'è scritto sui giornali per elaborare la propria scelta? O ancora meglio, il lato coscente e subcoscente della sua decisionalità considererà sincere le parole del giornalista di settore che parla con la stessa scioltezza della commercializzazione di un cellulare e il giorno dopo del rilascio di una cosa buffa, intangile e, diciamocelo, difficilmente riassumibile in 600 battute come Ubuntu?

Il giornalismo non sarà la pubblicità, ma è pur sempre un canale "istituzionale", ufficiale e lontano, un flusso di parole, fatti e talvolta opinioni che provengono da una realtà diversa e non correlabile alla propria. Il vicino di casa, il collega di lavoro, l'amico "che di queste cose ci capisce", invece, sono fonti informative concrete, verificabili, ma sopratutto affidabili in funzione della loro similitudine. Affidabili per me che cerco l'informazione, non certo in assoluto. Mi serve un nuovo cellulare, che faccio? Sfoglio online dei siti che mi dicono faville oppure peste e corna degli ultimi modelli, oppure chiedo alla fidanzata di mio cugino che lavora in un negozio di un gestore di telefonia?

Nel caso di Ubuntu (o GNU/Linux in generale) magari nessuno ci verrà a chiedere che sistema operativo installare per un fiammante nuovo PC nel cui cuore battono 6 (dico 6!) core, ma possiamo attestare la nostra esperienza, regalare agli altri (leggetevi questo passaggio sulla viralità nelle slide di Barbara) volontariamente la nostra esperienza. Senza mentire, senza edulcorare, senza tirare fuori per forza del bello o del buono laddove non c'è, senza perdere in trasparenza e affidabilità, senza diventare pedanti e monotematici. "Io con Linux mi trovo bene. La mia Ubuntu 10.04 ha avuto qualche problema a impostare i livelli delle casse e non hanno ancora risolto del tutto, ma per il resto è esattamente quello che mi serviva"

Viral Marketing. Vero. Serio. Concreto. Costruttivo. Perché il prodotto vale. Perché la parola di tanti piccoli pinguini vale.

[1] beh, ok, talvolta alcune scelte di design non lo sono... ma non stiamo sempre a fare i polemici e non sviamo dal discorso principale
[2] non me ne vogliano gli altri produttori, ho avuto a che fare sempre e solo con queste due marche
[3] beh, magari un "ma che stronzo!" ce lo lasciamo sfuggire, ma anche noi siamo umani, troppo umani