ICI a parte[1], per i piccoli geek sparsi per l'italia c'è un altro grande dubbio sulle prossime elezioni che tiene banco: lo scrutinio elettronico. Il messaggio ufficiale, governativo, lo trovate qui mentre un buon riassunto dei vari commenti e reazioni in rete qui.
Due punti da chiarire IMHO:
- non si tratta di voto (cioè dell'elettore che esprime la sua preferenza tramite strumenti elettronici), ma di scrutinio (cioè dello spoglio dei voti alla chiusura delle elezioni).
- molti dei commenti in rete mi sono parsi fuori luogo, forse perché all'oscuro di quelle che sono le reali modalià di voto attuali.
Innanzitutto: chi c'è in un ufficio di sessione? Chi ha diritto a entrare, ossia il presidente (nominato dal presidente della corte d'appello, scelto da iscritti ad una lista), gli scrutatori (nominati dal Comune), il segretario (scelto dal presidente di seggio per coadiuvarlo). A questi si affiancano, ma con sola funzione di osservatore i cosiddetti rappresentanti di lista (la cui "nomina" è fatta dal partito e/o dal candidato presso gli uffici comunali o presso notaio) e il delegato del sindaco (ossia colui che ha in custodia il materiale fino all'insediamento dell'ufficio di sessione, esterno all'uffico, ma di coordinazione col mondo esterno). Tutte queste persone sono pubblici ufficiali (sì, anche i rappresentanti di lista) per tutta la durata delle operazioni elettorali; se li offendete, la pena raddoppia o triplica. Tutte queste persone hanno libero accesso alla triste aula della scuola in cui è insediato l'ufficio. Gli altri entrano solo se il presidente glielo concede.
In secondo luogo: cosa accade realmente durante l'elezione? Essenzialmente tre cose: timbrare, firmare e contare. Detto così è un po' poco, quindi vi descrivo più o meno in dettaglio tutto ciò che avviene oltre ai cinque minuti in cui l'elettore staziona nell'ufficio.
Operazioni preliminari
Nelle elezioni come la prossima si comincia il sabato pomeriggio e, oltre al solito costrurire le urne coi cartoni, disporre tavoline e sedie, si procede con il conteggio degli aventi diritto a votare nell'ufficio (elencati nelle liste di sezione, maschile e femminile), quindi con il timbrare e firmare (siglare basta e avanza) un numero di schede pari agli aventi diritto al voto.
Un bravo presidente di seggio sa che questa operazione si compie meglio su un grande tavolo, con uno che dispone le schede su cinque file, uno che passa con il timbro e le timbra, uno che passa dopo il timbro e mette la sigla, uno che passa alla fine e le raccoglie facendo mucchi di 50. Ufficialmente si dovrebbero prima dividere tra gli scrutatori, poi siglarle, poi riunire, poi darle al presidente che se le timbra tutte...
Oh, il segretario, nel frattempo, si compila la prima parte de verbali scrivendo chi c'è, chi non c'è, quante schede sono arrivate, quanti erano gli elettori, che numero c'è sul timbro[2] ed altre amenità varie.
Operazioni di voto
Nel giorno dell'elezione, poi, si dovrebbe procedere così: l'elettore si presenta a votare, il presidente ne accerta tramite documento di riconoscimento l'identità (come se il presidente potesse distinguere un documento vero da uno falso o se certe foto sulle patenti del '72 possano rispecchiare ancora chi ti trovi davanti), quindi lo scrutatore controlla sulla tessera elettorale se non ci siano già timbri per l'elezione in corso, appone timbro e data sulla tessera, annota il numero di tessera nel registro e il numero di iscrizione nella lista elettorale di sezione (diversa dal registro), quindi il presidente consegna scheda e matita all'elettore, l'elettore va in cabina, vota, piega la scheda, esce, la restituisce al presidente, il presidente verifica se la scheda è la stessa che gli ha dato poco sopra e che non ci siano segni all'esterno, quindi depositata la scheda nell'urna, il presidente ne fa attestare la riconsegna facendo apporre dallo scrutatore l'apposizione della firma nella lista di sezione[3].
Di solito, però, tutto ciò non avviene mai in questo ordine e mai impiegando due persone. Specie non il presidente, che nel mio caso sta molto spesso ad intrattenere relazioni pubbliche con gli altri uffici di sezione (corteggiare le scrutatrici del seggio è conflitto d'interesse e poi ho come segretario mia sorella... corteggiare le scrutatrici degli altri seggi è un'altra storia)
Operazioni di scrutinio
Quanto descritto sopra, però, è facile da capire anche per quell'elettore che segue con attenzione cosa accade nei cinque minuti in cui è dentro. E vi prego, elettori, non fate brutta figura dicendo: «Devo firmare da qualche parte?», specie se già votate per il Senato.
Ciò che l'elettore non sa è come avviene lo spoglio o scrutinio dei voti. Vi ho già tediato abbastanza con la procedura descritta sopra, quindi vi salto tutte le operazioni necessarie dalla chiusura della votazione all'apertura dell'urna. Solo vi dico che l'invio delle schede timbrate e non timbrate non utilizzate va fatto prima di aprire l'urna e di contare il numero dei votanti (ma un bravo presidente che sa fare il suo lavoro ha costantemente fatto contare il numero degli elettori durante il voto e ha fatto un'ultima contata 3 minuti prima della chiusura del seggio).
Una volta aperta l'urna si dovrebbe fare così[4]: uno scrutatore infila la mano nell'urna, estrae una scheda, la spiega, la passa al presidente, il presidente dichiara il voto, espone la scheda ai presenti come la Santa Sindone, la passa ad un secondo scrutatore che assieme al segretario mette il voto nelle tabelle di scrutinio[5] infine la scheda è consegnata ad un terzo scrutatore che la pone dove la deve porre (valide, nulle, bianche, valide per il partito ma non per il candidato...).
Di solito, però, tutto ciò non avviene mai in questo ordine e mai impiegando in modo così inutile le persone. Di solito si fa quello che è definito il metodo del "mucchietto", come ho letto in questi giorni da qualche parte, che pare essere pratica illegale, utilizzata soprattutto da quei comunisti professionisti che vivono nei seggi elettorali. In pratica, si apre l'urna, si prendono manciate di schede, ci si mette intorno ad un tavolo, metà delle persone le sfoglia e metà delle persone le impila. Poi si fanno "mucchietti" di dieci, ricontrollando che in realtà non si abbia per le mani una scheda nulla, o una nel posto sbagliato e si incrociano i mucchietti. Una volta sgrossate in questo modo si procede alla conta, a dieci a dieci per partito o coalizione o risposta a quesito referendario o candidato sindaco/presidente di regione/presidente di provincia, risfogliando in tutto in una passata finale per eventuali preferenze, quando l'elezione è con sistema maggioritario.
Operazioni di scrutino elettronico
Ora, se le cose andranno come credo di aver intuito leggendo, nelle sezioni in cui è attivo lo scrutinio elettronico, non sarà più possibile fare così: se i Ministreri dell'Interno e dell'Innovazione Tecnologica hanno fatto un contratto serio, il computer che sarà presente nell'ufficio elettorale, dovrebbe accettare solo incrementi di 1 (la singola scheda estratta dall'urna) e non di N (il totale dei voti ad un partito calcolato col mucchietto). Citando infatti il comunicato linkato sopra:
durante la fase di spoglio, un operatore informatico, ...
acquisisca su un personal computer le risultanze dello
scrutinio, scheda per scheda, come attribuite dal
Presidente dell'ufficio elettorale di sezione.
Il dato acquisito viene altresì visualizzato attraverso un
ulteriore monitor orientato dalla parte del Presidente di sessione.
acquisisca su un personal computer le risultanze dello
scrutinio, scheda per scheda, come attribuite dal
Presidente dell'ufficio elettorale di sezione.
Il dato acquisito viene altresì visualizzato attraverso un
ulteriore monitor orientato dalla parte del Presidente di sessione.
In pratica, per far rispettare il corretto metodo di spoglio (che è lento, lento, lento), abbiamo sostituito la classica matita rossoblu da insegnante usata per annerire i quadratini nelle tabelle, con un computer e due monitor (o un portatile e un monitor, dipende), aggiungendo, già che c'eravamo un operatore informatico, perché in fondo il presidente di seggio e gli scrutatori non possono essere istruiti per usare il programma siffatto.
Questo è quello che capisco. E non mi pare 'sta grande innovazione...
Operazioni di controllo
Ovviamente alla fine del conto c'è un'ultima operazione da compiere: verificare che il numero di schede che sono uscite fuori dall'urna coicida con il numero di elettori che ha votato.
Banale, ma è il terrore di ogni presidente di seggio. I conti debbono tornare. Con uno scarto di +0 o -0.
Di solito i conti non tornano se nella confusione si è scritto un votante in più o in meno (ma contando i votanti a 3 minuti dalla chiusura del seggio e confronando con le scede timbrate che ti avanzano lo sai già prima di chiudere), o se una scheda rimane infilata in qualche risvolto dell'urna, o se un mucchietto è da 9 invece che da 10.
I conti, poi, non tornano se c'è stato un errore di trascrizione durante lo scrutinio (magari per la stanchezza si è dimenticato di annerire su una tabella)
Ovviamente lo scrutinio elettronico non può nulla nei primi due casi, mentre il terzo è solo una pratica illegale di cui ho sentito parlare da altri presidenti di seggio, ma alla quale non mi sono mai convertito. Per l'ultima ipotesi, quella della trascrizione, c'è da notare che anche l'operatore informatico può sbagliare ad inserire un dato, così come c'è da notare che il programma usato per tale trascrizione può essere affetto da bug. Cmq il MIT recita:
i dati acquisiti vengono stampati e il Presidente dell'Ufficio
Elettorale di Sezione attesta la conformità degli esiti della
rilevazione informatizzata dello scrutinio rispetto a quelli
risultanti dall'annotazione sulle tabelle di scrutinio cartacee.
In caso di discordanza i risultati provenienti dall'elaborazione
manuale vengono comunicati all'operatore che li inserisce nel
computer in qualità di dati ufficiali.
Elettorale di Sezione attesta la conformità degli esiti della
rilevazione informatizzata dello scrutinio rispetto a quelli
risultanti dall'annotazione sulle tabelle di scrutinio cartacee.
In caso di discordanza i risultati provenienti dall'elaborazione
manuale vengono comunicati all'operatore che li inserisce nel
computer in qualità di dati ufficiali.
Ciò vuol dire
- che, giustamente, lo scrutinio elettronico ancora non sostituisce quello cartaceo, che rimane quello ufficiale
- che i dati elettronici possono essere corretti almeno una volta per farli allineare a quelli cartacei
- che il presidente deve verificare che i due dati coincidano e attestarlo (in duplice copia, sicuramente)