30 marzo 2009

Tales of Suspence

Una gioviale richiesta per chi ha tempo, voglia e conoscenza per risolvere il quesito.

Dunque, un mio amico ha comprato una scheda SD e un pendrive USB perché... OK, lo ammetto, non ce la faccio a mentire. Sono io quel un mio amico di prima e questo è il mio lamentoso caso.

Ovviamente ho giocherellato al punto da incasinare la Ubuntu sul Dell Mini, una volta in modo assolutamente colpevole (non mi piaceva il nome dell'utente generico che avevo messo e volevo cambiarlo editando a manina /etc/passwd e /etc/group, ma la fretta è cattiva consigliera così ho lasciato utenti e gruppi incoerenti e non si poteva più fare il login) la seconda in modo assolutamente ignorante (nel senso che ignoro cosa sia successo, io non ho fatto nulla di nulla, solo aggiornato il bios, poi usato, poi spento, poi riacceso, poi messo in sospensione, poi fatto ripartire e infine hanno smesso di funzionare diversi componenti del sistema legati a DBus tra cui network manager).

Così, alla fine delle correzioni, mi ritrovo con una scheda SD che avevo inizialmente acquistato per provare a usarla come HOME (per salvaguardare la durata dell'harddisk), che ho provato a usare per copiarci sopra con dd(1) l'immagine di ripristino fornita da Dell¹ (tentativo infruttuoso) e che ora vorrei riprovare a usare come in origine. C'è però un "ma".

All'inizio, al primo inserimento della scheda SD, GNOME l'ha montata in automatico, ha mostrato l'icona della scheda SD e ha usato una etichetta consona per l'icona.

Poi ho "copiato" con dd l'immagine, che non è servito perché sembra che per il boot ci vogliono i pendrive.

Infine, con fdisk, ho eliminato e ricreato una partizione. Ottenendo
Disco /dev/mmcblk0: 4089 MB, 4089446400 byte
255 heads, 63 sectors/track, 497 cylinders
Units = cilindri of 16065 * 512 = 8225280 bytes
Disk identifier: 0x8ef631df

Dispositivo Boot Start End Blocks Id System
/dev/mmcblk0p1 1 497 3992121 b W95 FAT32
Perché, mi domando perché all'inserimento della scheda il sistema adesso monta correttamente mmcblk0p1 e tenta di montare (fallendo, ovvio) anche mmcblk0, con errore "can't read superblock"? È colpa del dd? Devo fare qualcosa che mi sfugge oltre a creare la partizione e formattarla? Grazie in anticipo.

UPDATE: me stupido, me aveva dimenticato di azzerare la tabella delle partizioni, tramite il comando interno "o" (crea una nuova tabella delle partizioni vuota) di fdisk. Ero stupidamente convinto che non fosse necessario...

[1] su Internet e poi ritirata, meno male che ci sono i torrent

29 marzo 2009

N come "Non pervenuto"

Visto che il piano A richiedeva troppo tempo, visto che l'occasione fa l'uomo ladro, visto che una volta tanto le mie motivazioni sono state accettate e bene accolte, siamo passati al piano B. Anche se, a dirla tutta, in realtà alla fine abbiamo applicato il piano B-2.

Spiego.

Il piano A era il caro vecchio "vado in giro per negozi, compro i pezzi, monto i pezzi, voilà, il computer nuovo eccolo qua". Impegnativo e complicato, specie se vi siete incaponiti con un particolare chipset che il mercato non apprezza¹, specie se non avete un PC per vedere se oggi hanno pezzi disponibili (i fidati IT-Point e TiburCC).

Il piano B è giunto come un fulmine a ciel sereno ed era "hmmmmm, è arrivata la pubblicità nella cassetta della posta... cacchio! proprio proprio adesso dovevano vendere il Dell Mini 9 alla allettante cifra di 199€!!!! .... hmmmm ..... hmmmm ..... MOMENTO! il Dell Mini costa poco, è disponibile ora e adesso, è cariiino, è utile, è così cariiino, è economico, è tanto cariiiiino... ok, cambiamo i piani: compriamo il Dell Mini _ora_ e poi con calma e pazienza il pc desktop"

Il piano B-2 è stato una cosa del genere, con la differenza che ne ho comprati due e dato indietro uno: il primo, infatti, a fronte dell'assicurazione del commesso che si trattava di un prodotto con installato "Linux Ubuntu Italiano" come da pubblicità, conteneva invece una tossica installazione di Windows XP. Sfortuna ha voluto che in quel negozio avevano solo versioni tossiche. Fortuna ha voluto che Flaviuccia ha aperto per prima il suo, che mia sorella è stata caparbia e che a Roma c'è un fottio di Carrefour sparsi qua e là (ma soprattutto qua, nei dintorni di casa mia). Certo, doverne aprire un paio per capire in quale ci fosse Ubuntu e in quale no è stato un po' triste, avrebbero potuto spendere mezzo centesimo di inchiostro per stamparlo sull'etichetta esterna, invece che limitarsi a sostituire la pecetta "Windows XP Inside" con una misteriosa "n SERIES"².

Comunque fare avanti indietro perché sarebbe stato meglio comprare il secondo con Ubuntu prima di rendere quello con Win è anche stato piacevole, magari per colpa della compagnia.

Quagliando: sì, ho sotto le mani un Dell Inspiron 910, altresì noto come Mini 9, nella versione con 1 GB di RAM e 8 GB di HD che sul sito Dell trovate a 329 €, avendolo pagato solo 199 (in offerta solo per venerdì). E sì, vendevano per lo stesso prezzo lo stesso modello con Windows XP, che però non trovate sul sito Dell. Mi verrebbe da dire "Brutti bastardi!" (alla "hanno ammazzato Kenny"), ma non so esattamente a chi indirizzarlo...

PS Vi piacerebbe sapere come funziona, vero??? Beh, aspettate che le mie forti e affusolate dita si siano abituate a siffatti tasti, che per scrivere questo posti ci ho messo 2 giorni...

UPDATE: fonti vicine mi dicono che il piccolino era ancora in vendita sabato (o domenica?) allo stesso scontatissimo prezzo presso Carrefour Tor Vergata, se vi interessa... (ma vi consiglio di andare sul sito della carrefour, cercare il numero di telefono della sede e chiedere)

[1] è vecchio, ma rileggetevi questo
[2] ma che vuol dire "n SERIES"? sta lì solo perché ci devono stare per contratto due pecette? Non potevano fare una nella pecetta col logo di Ubuntu? Gli costava troppo alla Dell? Hanno accordi che non possono farlo così come (vedi link sopra) non possono usare processori AMD?

16 marzo 2009

Coup d'état

Ora sapevano chi era il vero signore e padrone. «Pecore!», pensavo. Ma un vero leader sa quando concedere e mostrarsi generoso agli inferiori.
Karasciò. Qui al Korova Milk Bar (sede molto distaccata dell'associazione Gaz-Oh-Metro) sembra siano successe cose interessanti. Uno non può voltarsi un attimo per passare qualche ora in simpatica compagnia di devocka (senza latte con qualche droguccia mescalina) che il mondo va avanti senza che si debba incanalare e indirizzargli contro tutta la propria simpatica e traboccante forza vitale.

Ora basta, anche se ci siamo duoluti nell'assistere all'evento, sono finiti i tempi in cui una talvolta leziosa e pemissiva autorità coordinante tralasciava di porre un freno alle singole egocentriche e autarchiche individualità; è tempo di schiacciare e reprimere nuovamente i tentativi di affermazione della propria necessità di azione.

Ebbene sì: il controllo, quello vero, quello tentacolare, quello avvolgente, quello ripugnante, quello affascinante, forse potrebbe aver fallito. Forse ogni tentativo di controllo dell'uomo sul mondo circostante potrebbe essere fallimentare in sé. Forse non si dovrebbe neanche tentare di praticare alcuna forma di controllo, fisica, mentale, esistenziale, positivista, ribelle, meccanica.

Per questo noi ce ne asterremo, o mostreremo di astenercene, lasciando che sia il flusso della comunicazione a costruire strade verso monoliti fluttuanti.

dai, non ci credo, non è possibile che abbiate capito di cosa sto parlando, anche perché sono due cose mischiate insieme: da un lato è un criptico "grazie per la fiducia accordatami" (che neanche il giuramento di Franceschini con a fianco il padre partigiano può superare in quanto surrealtà), dall'altro è un ritardatario omaggio al decennale della morte di K, sabato scorso (e pensare che io mi ero tenuto vergine e intatto 2001 edizione speciale comprato a Natale per vedermelo in quel giorno, se non fosse che il lettore DVD si è rifiutato di leggere la traccia audio in italiano... oddio, 2001 è un'esperienza non verbale, per cui è stato bello, molto bello sentirsi l'originale inglese, ma la mezz'ora di tentativi e smadonnamenti per capire da cosa dipendesse è da dimenticare. Ah, dipende dal lettore, è un lettore a chiocciola)

14 marzo 2009

Break Even Point

Per permettere ai suoi utenti di usare il proprio computer in modo istantaneo, la nota società Asus fornisce alcune sue schede madri del sistema Express Gate, un micro GNU/Linux con alcune applicazioni orientate alla rete.

Per l'aggiornamento del bios la nota società Asus mette a disposizione dei suoi utenti un'applicazione per Windows Qualcosa (dalla interfaccia utente alquanto dubbia... l'aspetto da ciondolo magico da parodia porno di film fantasy di quinta categoria tipo Harry Hotter e lo scetto dei segreti serve a qualcosa? non era meglio usare i widget del toolkit di Windows?? mah!) e il classico programma DOS da tenere ed eseguire su floppy di sistema.

Ora, considerando che la nota società Asus sta dismettendo il supporto ai floppy disk nelle schede madri di sua produzione, potrei suggerire alla nota società Asus di dismettere lo sviluppo di cotale applicazione per Windows, favorendo invece una applicazione inserita nell'Express Gate di cui sopra, prima che si giunga al punto in cui solo che ha Windows Qualcosa può tenere aggiornato il bios? 

Se può interessare, limitatamente ai modelli che mi interessavano, nelle mie ricerche l'unico vendor che ha un sistema per l'aggiornamento del BIOS on board che non usa il sistema operativo sembra essere Gigabyte.

12 marzo 2009

Sindrome da deficienza acquisita

Il luddismo forzato ha uno spiacevole quanto inattesto effetto: le vignette di xkcd non mi fanno più ridere. Anzi, a essere proprio proprio sincero, non le capisco.

Dottore, è grave? Si può guarire? Ci terrei...

10 marzo 2009

Lasciate che i pensionati riposino in pace

Prima di tornare offline in modo più coerente e continuato[1], mi piacerebbe condividere col mondo e con gli amici di internet un buon motivo per cui essere luddisti disconnessi non è sempre cosa cattiva.

Se io oggi non avessi avuto questo computer non mio tra le mani, non avrei visto quello che sto per proporvi, non avrei desiderato non avere questo computer tra le mani (e immaginate quando contraddittorio possa essere il sentimento, quando profondo deve essere l'orrore e la repulsione che ciò che sto per proporvi può provocare), non mi sarei mai reso conto che la visione di ciò che sto per proporvi aveva abbassato il mio testosterone e la mia spinta ad accoppiarmi con persone piacenti del sesso opposto di un buon 25% (e il calo della libido in età matura ma non ancora senile è un brutto brutto segno).

Per cui, visto che io ci sono giunto incautamente, mi pareva giusto avvisare. D'altra parte, visto lo stato di prostazione in cui la visione mi ha gettato, sto cercando in tutti i modi di aumentare la vostra curiosità, farvi fare clic sul link che seguirà per non essere il solo in tali disperate condizioni.

Ordunque, miei affezionatissivi, ecco a voi l'orrore. Coprite gli occhi ai minori di 24 anni.

[1] i tempi per un completo recupero potrebbero subire una paurosa pausa di riflessione. Deciso infatti che la via più zen è quella che prevede l'acquisto dei singoli componenti in giro per negozi e il montaggio artigianale da parte del sottoscritto con in mano la stampa 4 pagine per foglio della guida di Tom's Hardware, ci troviamo ora di fronte al Boss di fine livello: "prepara una lista di quelli che pensi di comprare che così sorella la porta al suo fidanzato che poi la porta al suo amico che è quello da cui ha comprato il computer che lo conosce bene da tanti anni e vediamo che prezzi fa" ... non ho trovato la forza per spiegare che come idea non è proprio il massimo. Ah, ammesso che vi interessi, alla fine ho compiuto la fatidica scelta AMD/Intel in base a due criteri: la affinità simpatica per l'"eterno secondo" AMD (ok, è vero, è sempre dietro a Intel a livello di vendite e potenza di picco, ma volete mettere la purezza di un'azienda che sta usando un socket retro- e avanti-compatibile come l'AM2/+/3 che ti permette di scegliere tra un economico X2 7x50 fino a un performante Phenom II X4 940?) e lo strafighissimo chipset AMD790 (specie nella versione GX con grafica integrata... l'unico problema è che le schede madri che lo montano costano un botto e i negozi sembrano avere principalmente quelle con chipset nvidia)

9 marzo 2009

La via del ronin

Per la serie "trasformiamo la vostra pigrizia in una virtù" ecco a voi finalmente dopo una lunga filza di lamentele qualcosa di utile.

Ammettiamo che anche voi, come lui, apprezziate la resa a schermo dei tipi di carattere Droid¹. Ottima scelta, non c'è che dire, ma pensate veramente che il miglior modo per averli sullo schermo sia:
  1. installare i file TTF (sotto /usr/share/fonts o sotto $HOME/.fonts)
  2. aprire lo strumento di preferenze Aspetto
  3. andare alla scheda Tipi di carattere
  4. cambiare il tipo di carattere usato per quattro volte
  5. ripetere eventualmente l'operazione di cambio nelle applicazioni di terze parti come Firefox o OpenOffice.org
  6. ???
Certo che no, esiste un modo molto molto molto più smart. Il passo 1, ovviamente, non può essere scavalcato. I passi da 2 a 6 possono essere rimpiazzati dalla semplice apertura di un file di testo, dal copia-incolla del testo che segue e dal salvataggio con nome .fonts.conf (ovviamente nella home):

<?xml version="1.0"?>
<!DOCTYPE fontconfig SYSTEM "fonts.dtd">
<!-- ~/.fonts.conf for per-user font configuration -->
<fontconfig>
<alias>
<family>serif</family>
<prefer>
<family>Droid Serif</family>
</prefer>
</alias>

<alias>
<family>sans-serif</family>
<prefer>
<family>Droid Sans</family>
</prefer>
</alias>

<alias>
<family>monospace</family>
<prefer>
<family>Droid Sans Mono</family>
</prefer>
</alias>
</fontconfig>
Il vantaggio di una cosa così complicata? Semplice: in primo luogo non dovete andare a cambiare la configurazione, potete lasciare Sans come font (che poi è quello usato in modo predefinito e di ripiego in tutte le applicazioni) e il sistema si occuperà di "tradurre" (o sostituire) automaticamente Sans in Droid Sans (così come per Mono). In secondo luogo è necessaria una sola modifica invece di N+M in N diversi dialoghi di configurazione. In terzo luogo uniformate anche i caratteri con grazie (e la vostra vista vi ringrazierà mentre navigate sul web). In quarto luogo è una soluzione scalabile (metti che in futuro vi venisse da dire "miiiii, che belli che sono i nuovi font di Windows7, li voglio usare con Linux") perché basta cambiare i valori dei tag &lt:family>. In quinto luogo è assolutamente geekoso e ve ne potrete vantare con gli amici giù al bar.

Su come fare la stessa cosa a livello di sistema non mi pronuncio: si tratta sempre di scrivere un file con lo stesso contenuto, ma la posizione e il nome di file più adatto può dipendendere la distribuzione a distrubuzione.

E poi... mica posso fa' tutto io qua dentro? Se non fossi stato pigro ab origine, mica avrei potuto svelarvi un trucco del genere...

[1] io li ho scoperti tanto tanto tempo fa grazie a Remo, ma non posso più provarlo perché a quanto pare Remo è diventato povero in canna, di fango è la sua capanna e gli hanno chiuso l'account su netson per insolvenza....

7 marzo 2009

Don't worry about me

hmmmmm

Che la fortuna fosse cieca e la sfiga ci vedesse benissimo lo dice da parecchio tempo.

Che Roberto "Freak" Antoni ci avesse costruito sopra pagine di poesia e di verità era cosa da intenditori.

Che ci fosse una bomba del '43 a due passi da casa e che la appena citata casa fosse giusto 50 metri più in là dell'area di evacuazione... beh, non ha prezzo, anche senza Mastercard.

5 marzo 2009

La rete ai tempi del colera

Usare un computer non tuo è estraniante (e ti sembra che ti sono ingrassate le dita ogni volta che finisci col premere il tasto sbagliato sulla tastiera).

Usare un computer senza GNU/Linux è dramattico (il tasto centrale, vi prego, il tasto centrale del mouse, il mio regno per un tasto centrale del mouse che funzioni come si deve).

Usare un computer in pubblico per scrivere questo post è angosciante (nel dubbio che qualcuno possa casualmente leggere e capire, che si possa levare acuta e sorpresa una voce che esclami "ma tu sei il mitico elle.uca!!!!").