Gioco sporco, lo so. Mi nascondo dietro la dichiarazione di un'etica che mi impedisce di fare certe cose a perfetti sconosciuti, ma questo non mi trattiene dal leggere nelle teste di chi mi è caro. Sì, ho proprio detto così, leggere nelle teste. Non dedurre. Non usare le arti della psicologia per interpretare possibilità di pensieri a partire da comportamenti automatici degli arti e dei muscoli facciali. Leggere, magari un po' sfocato, ma comunque leggere.
A mia discolpa posso dire che non lo faccio apposta, che non ho intenzione di arricchirmi in borsa o a un tavolo di poker, che appena posso compro la barriera mentale Fraudolent. A mia condanna sappiate che la prima cosa che si sente, bene, diretta, profonda e lancinante sono i mal di testa.
Detto questo suppongo vi starete domandando: «
Chissà cosa c'è nella testa della gente?»
Sbagliato, la domanda è mal posta. Forse dovreste chiedervi cosa c'è che non sia già dannatamente evidente. Nei loro volti. Nei loro occhi. Nelle loro mani e nei gesti. Nelle loro email.
Prendiamo ad esempio quella coppia seduta lì nell'angolo. Lui ride. Lei sorride. Lui agita le mani, roteandole come per accompagnare le parole che escono a fiume. Lei annuisce di tanto in tanto con le braccia conserte. Volete veramente che provi a pescare tra tanti i pensieri di lei? Non è così evidente che sia a disagio? Leggerla sarebbe solo una ineducata violazione della privacy.
... continua ...