Citando Daniele Luttazzi, per una buona satira sono necessarie due cose:
- un fatto
- un punto di vista
Il fatto
Per chi all'epoca c'era e ricorda ancora, ma anche per chi no, il progetto Tango, fortemente sponsorizzato dall'allora scesa in campo Novell, nacque come spinta alla creazione di una interfaccia grafica coerente tra per il software free e open. Partendo dalle icone.Chi all'epoca c'era ricorda benissimo le profonde differenze che contraddistinguevano i set di icone di GNOME/GTK+ e di KDE, divise tra il bordo nero delle prime e la cristallosità delle seconde; chi all'epoca c'era e ne capiva un pochetto di tavolozze non poteva non avere uno scompenso visivo a mettere accanto applicazioni per GNOME/GTK+ e per KDE; chi all'epoca c'era sa come la scelta delle linee guida di Tango fu operata in modo da poter prendere il meglio dei due stili, da miscelarli in modo che il nuovo non fosse così estraneo a nessuno dei due, da migliorarli in modo da poter inserire applicazioni GNOME/GTK+/KDE anche all'interno di altri sistemi operativi come Win e MacOS senza risultare totalmente alieni¹.
Insomma, senza riscrivere quanto già chiaramente indicato nella homepage di Tango, chi all'epoca c'era ricorda bene l'opportunità che il progetto Tango rappresentava in quel momento storico per gli ambienti desktop free e open.
Chi all'epoca c'era, e in caso contrario gli archivi delle mailing list possono essere d'aiuto, magari ha qualche reminiscenza delle polemiche roventi che accusarono Tango di essere una specie di imposizione dall'alto non gradita.
Il punto di vista
Sta scherzando, certo, ma Andreas sta anche semplicemente affermando qualcosa che nel mondo reale sarebbe etichettata come tesi complottistica (quelle cose tipo che Silvio Berlusconi sapeva benissimo che Mangano era mafioso e lo aveva assunto apposta, cose che senza prove probanti e un giusto processo uno mica può andare in giro a dire che sono vere), applicando un criterio comico simile alla famosa frase "non siamo noi ad essere razzisti, sono loro che sono napoletani".Ci sono certamente delle differenze tra uno stile e l'altro, differenze che diventano poco evidenti se, come ha fatto Andreas, si prendono delle icone a caso e le si giustappongono, differenze che diventano più evidenti e fastidiose se si prende un'applicazione di un ambiente e la si fa girare nell'altro. Tale fastidio però non deriva dal una totale e incompatibile differenza di stile, ma dalla diversa rappresentazione di uno stesso oggetto (perché questa applicazione ha le cartelle blu e quest'altra le ha gialline? perché le immagini qui sono una polaroid con una testa e lì una foto 3x6 con un albero morto? ), dalla incoerenza e disomogeneità nelle rappresentazioni.
A che è servito quindi Oxygen? Perché renderlo un progetto separato invece di dire: "oh, guardate, a noi di KDE in generale lo stile di Tango ci sta pure bene, anzi, in fin dei conti 'sto Tango è più simile alle nostre icone di KDE3 che alle vostre di GNOME 2.10. Però avevamo in mente un paio di idee in più, tipo aggiungere questo e quest'altro" ?
IMHO perché si voleva a tutti i costi mostrare la superiore diversità di KDE4 alla faccia della coerenza con il resto dell'ecosistema, coerenza che non avrebbe permesso al mitico KDE4 di distinguersi.
Sempre fortemente IMHO, in tutta franchezza, quello di chi ha lavorato su Oxygen è sempre sembrato un atteggiamento controverso. OK, il fotorealismo fa tanto figo. Ma lo fa quando la tela è almeno 128x128 pixel, non 32x32. A 32x32 è necessaria una semplificazione e stilizzazione e se non vado errato circa l'ottantasette percento di icone che sono visibili adesso sul mio misero computer sono a dimensioni inferiori di 32x32 (e non ho aperto OpenOffice, in tal caso direi che la percentuale salirebbe almeno al novantacinque). OK, colori vibranti che sono un po' diversi a seconda del contesto possono essere utili. Ma era tanto complicato e lesivo aggiungere quella cazzo di doppia outline che fa la sua porca figura e aiuta quando lo sfondo cambia diventando più chiaro o più scuro rispetto a quello in cui si è progettata l'icona?
Conclusioni
Al solito non ce ne sono, solo un po' di lamentele qua e là.La questione delle icone è sicuramente secondaria rispetto a cose più serie tipo "ma come ca##o faccio a inviare 'sto straca##o di foŧŧutiççimo fax", però francamente è triste notare come l'ingombrante e salvifico progetto KDE4 abbia buttato a mare una bella occasione² senza nemmeno provarci, solo per il gusto di sentirsi diversi, o di sentirsi migliori.
Dove per bella occasione si intende la possibilità di avere uno stile grafico per gli ambienti grafici liberi a cui le applicazioni di terze parti, magari multipiattaforma, come OpenOffice.org o Firefox o altre magari proprietarie potevano far riferimento per le loro personali icone.
Tango era e continua a essere una una giusta e razionale mediazione tra molti stili e molte istanze, forse non è estremamente caratterizzante e WOW-oso, ma è chiaro, limpido, semplice, non stona e ai miei stanchi occhi nemmeno invecchia troppo col tempo.
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Anzi, per dirla tutta, ai miei occhi stanchi le linee guida di Tango pongono così poche e per certi versi banali limitazioni che se non riuscite a fare una bella icona e vi serve farvi uno stile tutto vostro, forse è perché avete poca fantasia e limitato talento. Ecco, l'ho detto. Via col flame.
[1] esempi lampanti sono The Gimp e Pidgin sotto Win32
[2] una... e Phonon? e Solid? e le QT4 con dentro WebKit?