Se due persone fumano sotto il cartello "vietato fumare" gli fai la multa, se venti persone fumano sotto il cartello "vietato fumare" chiedi loro di spostarsi, se duecento persone fumano sotto il cartello "vietato fumare" togli il cartello.Rapporti di forza. Forza reale. Forza fisica. Forza morale. Forza d'animo. Forza economica. Forza di manganelli. Forza di sfondamento del proiettile che ti viaggia contro. Forza uguale massa per spostamento. Forza Roma. Lazio merda.
-- Winston Churchill
In fin dei conti il mondo va avanti così.
Per cui bisogna guardarsi attorno, magari adeguarsi e assuefarsi, così da decidere come e dove e perché e quanto e se indirizzare e aggiungere la propria forza. Io, per me, non ho ancora scelto verso chi rivolgere la mia, a chi donarla in modo incondizionato, sono sempre così dannatamente veltroniano che qualche generale in pensione mi odierebbe per i miei "ma anche" e per l'assenza di una presa di posizione ferma e decisa e irrevocabile a favore dei "miei" e a svantaggio dei "loro".
Perché in fondo la guerra è bella, bella e invitante con la sua languida profusione di forza, che permette in modo chiaro e definitivo di mostrare chi ha i muscoli più gonfi e il razzo più lungo. Uno, due, tre schermaglie e poi BUM! fine dei giochi, avete chiuso, non siete più niente, non lo siete mai stato. E non serve più nemmeno il cartello "vietato fumare".
Facile, oh quanto dannatamente è facile lanciare razzi e razzetti contro tutto e tutti, facile quanto togliere il cartello "vietato fumare", ma più autocelebrativo, più gongolante, più foriero di soddisfazioni.
Fine dei giochi? Forse sì, che senso avrebbe continuare, se non fosse che c'è ancora un "ma anche" da giocarmi in questo post.
Un "ma anche" che, da parte mia, vuole essere timido e senza pretese, che potete farci quello che più vi pare, coccolarlo dolcemente così come sputarci sopra il vostro disprezzo, ma che resterà perennemente lì ad attestare la mia inadeguatezza e insofferenza a conchiudermi all'interno di un pensiero unico e univoco.
Qualche anno fa abbiamo messo da parte Gecko visto che il suo paradigma di sviluppo rendeva difficile utilizzare il suo motore di rendering HTML (e varie altre feature) all'interno di GNOME perché, per farla breve e sporca, Mozilla rilasciava prodotti, non librerie di sviluppo. L'abbiamo fatto perché ritenevamo che fosse il software ad essere sbagliato, non le persone che dovevano usare quel software per costruire qualcosa.
E oggi? Se mi guardo attorno leggo di persone che attestano quanto sia bello GNOME 3 e GNOME Shell, ma che per farli funzionare in modo efficace hanno dovuto installare gnome-tweak-tool mentre disegnavano pentagrammi in terra nel tentativo di evocare il Click of Destiny. E non sono 2, non sono 20, non sono 200. Sono un po' di più. Eppure c'è qualcuno che continua a ripetere che in questo caso il software è giusto, le persone sbagliate.
Di certo c'è qualche patologia che prevede tra i sintomi una profonda e innata idiosincrasia nei confronto di tutto ciò che non è se stesso. Dovrei controllare su wikipedia se è il narcisimo o il morbo di Chuck Norris. Atteggiamento legittimo. Ma anche così dannatamente inutile per trovare un modo nuovo e intelligente per entrare in contatto effettivo, efficace e collaborativo con quei duecento sempre lì, fermi sotto al cartello "vietato fumare".
Forse qualcuno dovrebbe prendere una scala e un po' di buona volontà e trovare il tempo di salire fin lassù per mettere un'altra scritta, che so, "Parliamone".
Beh, certo, assieme alla voglia di ascoltare.