13 aprile 2006

Chiamale se vuoi, esitazioni

Non ho ancora avuto modo di acquistare il nuovo HD e comunque non me la sento di fare una scelta così importante mentre l'esito del voto è ancora incerto.

Quindi, direttamente dalla mia Ubuntu Live, così come qualche giorno fa ho cercato di descrivere cosa accade dietro al voto, ecco qui per i curiosi la spiegazione plausibile di cosa sta succedendo in queste ore ("così dramatiche").

Cominciamo con una certezza: di schede contestate ce ne sono in tutte le elezioni, tranne quei referendum a cui non importa niente a nessuno. Nel caso dell'elezione in corso, a sistema proporzionale, quindi con la richiesta di mettere una sola croce solo su un simbolo di partito, i casi di contestazione plausibili sono due:
  • la scheda presenta una croce su un simbolo ed un altro segno, spesso accidentale, in un altro punto della scheda stessa
  • la scheda presenta una croce molto "arzigogolata", tale da far sospettare un tentativo di riconoscimento da parte dell'elettore
Le direttive dei presidenti di seggio, che assegnano il voto all'interno del seggio salvo essere contestati dagli scrutatori o dai rappresentanti di lista, sono però lievemente vaghe: il voto va attribuito quando il segno sulla scheda, qualunque esso sia, indichi chiaramente la volontà dell'elettore, senza pregiudizi sulla capacità dell'elettore stesso di comprendere la frase "tracciare una croce", ma annullando quelle schede in cui i segni indichino la volontà dell'elettore di farsi riconoscere.

Esempio di possibile contestazione: l'elettore traccia, invece di una croce (x) un qualcosa tipo asterisco (*). È un povero ignorante che ha semplecemente rafforzato la sua indicazione di voto o è un furbetto del quartierino che ha preso accordi con un rappresentante di lista per rendere riconoscibile il suo voto?

Allo spoglio, dopo la prima scheda contestata, il presidente di seggio si trova in mezzo, mitragliato dalle istanze dei rappresentanti di lista che cominciano a contestare il contestabile. Il segreto è: lasciateli fare. Primo perché non spetta a voi porvi arbitri tra due imbecilli che si fanno i dispetti a vicenda, secondo perché, con un po' di accortezza nel contestare un numero pari di schede e un po' di fortuna nel non avere ribaltamenti di risultato per o cinque contestazioni, per la legge dei grandi numeri tutto finisce in una bolla di sapone. Alla fine dell'analisi di tutte le schede, la frase di rito è "Che vogliamo fare? Io, di stare qui a discutere con voi non ne ho voglia. O le attribuiamo ora, o per me possono tranquillamente finire tra le contestate e ci pensa l'ufficio centrale." Di contro, la frase di rito dei rappresentanti di lista è "ma, no, in fondo non cambia molto, le stavamo rivedendo e per noi le puoi pure attribuire".

Ah, dimenticavo, terzo perché siete voi e non loro ad essere stati incaricati di stabilire il voto. Cito il libretto di istruzioni: "è rimesso alla capacità e sagacità del presidente il compito di ridimensionare ogni eventuale tentativo, da parte di chiunque, di sollevare incidenti e contestazioni senza fondato motivo per turbare l'andamento delle operazioni o per rendere incerti i risultati dello scrutinio"

Le schede contestate sono esaminate da chi, meglio dei presidenti di seggio, conosce la legge e può quindi porsi da arbitro e "giudicare". Nei verbali dei seggi le schede contestate possono essere indicate come contestate temporaneamente assegnate o contestate temporaneamente non assegnate. Prima di giungere a tali persone, le schede vengono inserite in delle buste, una per le nulle, una per le bianche, una per le contestate, a lora volta inserite in un bustone con le schede valide (e attribuite) ed altre buste contenenenti una copia del verbale del seggio, una copia delle tabelle di scrutinio, una copia dell'estratto del verbale e altre copie varie. Nella notte, accompagnato da una persona, questo bustone viaggia verso il punto di raccolta, mentre una seconda busta viene consegnata agli uffici del comune con solo una seconda copia del verbale, delle tabelle di scrutino e dell'estratto del verbale.

Ora, alcuni partiti del centro destra (ed in particolare l'attuale presidente del consiglio ancora in carica) parla di brogli (ma poi fa smentire dall'uffico stampa definendoli, se non erro, normali errori ed imprecisioni) e di necessità di ricontrollare buona parte de, se non tutte, le schede elettorali. Ad avallare questa presa di posizione ci sono le informazioni "precise" dei "coordinatori di Forza Italia".

La domanda che mi pongo è: quando è avvenuto l'ipotetico broglio?

I rappresentanti di lista se ne stanno come falchetti nel seggio a osservare le operazioni di spoglio e ad attendere i risultati. Spesso attendono in modo molto insistente. Troppo insistente. Una volta avuto i risultati prendono e se ne vanno, magari al seggio accanto che non ha ancora finito. Dopo la loro dipartita, presidente segretario e scrutatori provvedono a compiere gli ultimi atti necessari, come la trascrizione dei dati e la chiusura del verbale, la formazione dei plichi, la riconsegna del timbro.

Silvio Berlusconi sta quindi portando avanti la tesi che i dati trascritti sul verbale sono stati modificati dopo essere stati comunicati ai suoi rappresentanti di lista?

Peccato che i risultati che sono stati diramati dal Ministero degli Interni, sono basati, se non erro, sulla comunicazione verbale che il presidente di seggio fa al rappresentante del sindaco, comunicazione che avviene quasi sempre (e di certo per la prima urna scrutinata) in presenza dei rappresentanti di lista. Al momento, tranne il caso di voti contestati, i plichi con le schede e i verbali dovrebbero essere ancora chiusi, come in tutte le votazioni passate: i dati diramati sono basati sui verbali ridotti e sui dati numerici inviati al comune.

Esaminiamo invece l'ipotesi di brogli intra-scrutinio (tipo il presidente strappa una scheda per renderla non valida mentre si contano i voti). In primo luogo si sta ipotizzando una connivenza tra il presidente e gli scrutatori (i quali possono richiedere l'intervento della forza pubblica), in secondo luogo i rappresentanti di lista avrebbero potuto richiede e ottenere l'inclusione di una nota personale al verbale oltre all'obbligo (credo) di recarsi presso un commissariato di zona a denunciare il fatto. Ora ci sono notizie di tal tipo di denuncie in giro per l'Italia? A me non pare, ci sono solo accuse generiche, non circostanziate e non affiancate da denunce presso gli organi competenti. In definitiva, al momento le schede nulle sono giustamente state considerate nulle, le schede bianche sono state giustamente considerate bianche, le schede valide sono state giustamente considerate valide. A meno che non si voglia spulciare nei verbali in cerca di qualche segnetto mancante, qualche spazio vuoto di troppo, qualche normale errore che non potrebbe e non dovrebbe andare ad inficiare un risultato comunque valido.

Ovviamente l'esame dei verbali viene fatto ad ogni elezione, anche se non immediatamente. Ovviamente, non mi pare che in passato tali controlli hanno dato luogo a capovolgimenti. Rammento che poco sopra ho detto che i numeri finali dello spoglio vengono comunicati verbalmente al messo del sindaco che li comunica all'uffico elettorale del comune, ai rappresentanti di lista che ci fanno quello che più gli piace, che sono scritti sempre in duplice copia nelle tabelle di scrutinio, nei verbali e negli estratti dei verbali.

Passiamo ora all'inquietante vicenda dei "10 scatoloni di schede votate finite nella spazzatura". Per prima cosa ridimensioniamo. Gli scatoloni magari erano una decina, ma non contenevano tutti delle schede. Come è possibile vedere dalle foto sul corriere.it, i fantomatici scatoloni altro non erano che le urne, dimesse e gettate alla rinfusa alla chiusura del seggio accanto ai cassonetti. Assieme a queste urne a quanto pare si trovava uno dei plichi di cui ho parlato poco sopra (chi ha fatto i seggi li riconosce a vista; notate nell'ottava foto della gallieria il pacco sulla destra "infiocchettato" con la corda e con un foglio attaccato sopra: è il plico con la delega). Di certo il plico è finito lì per incuria, ma le responsabilità sono a più livelli. Il plico va recapitato "dal presidente o, per sua delega scritta, da uno scrutatore al Sindaco del Comune, il quale provvederà al sollecito inoltro alla cancelleria del tribunale". A Roma è d'uso lasciare i pacchi all'ultimo seggio a cui associato (di solito non più di tre) che rimane. Finite le operazioni, e se non si è gli ultimi, si porta il tutto al messo del sindaco, si controlla che ci sia tutto, si lasciano i pacchi all'ingresso vicino ai militari che presidiano e la delega scritta si lascia in bianco. L'ultimo che arriva si prende i pacchi degli altri due, sale sulla macchina messa a disposizone, va al punto di raccolta, consegna i pacco e chi lo riceve depenna il seggio relativo dall'elenco.

Ora, come è evidente, il pacco abbandonato nel cassoneto (come il povero feto nell'omonima canzone di Elio e le Storie Tese) è stato abbandonato dal presidente del seggio, dal messo del sindaco, dallo scrutatore a cui era stato affidato e dal personale del centro di raccolta che ha "chiuso" il seggio senza aver ricevuto il pacco. Oltre a ciò, a meno che non fosse finito dentro a qualche scatolone, anche il personale che ha fatto le pulizie, non si è curato di lui.

Un episodio brutto? Certamente. Un episodio grave? Sì, se credete che la vostra scheda valga qualcosa e dovrebbe essere trattata con molta cura prima di finire al macero.

Insomma, magari sarò politicizzato, ma quando Silvio Berlusconi dice che il voto, in virtù di quanto sopra "deve cambiare", a mio avviso non sta facendo altro che fomentare i suoi accoliti. Mi arrischierei a sfiorare anche l'accusa di tentativo di colpo di stato o eversione, ma non vorrei finire in mezzo a qualche denuncia, quindi smentisco immediatamente di averlo detto. Spero quindi che venga sciolta immediatamente la riserva sulle schede contestate, che dovrebbero essere esaminate entro 48 ore da qualcosa (cioè: chiusura del seggio o chiusura di tutti i seggi, non so con precisione), entro cioè oggi pomeriggio. Per le altre questioni, sinceramente, non vedo i termini per poter paventare la presenza di brogli, se non controllare i verbali in cerca di errori, contestando ai poveri presidenti un numero trascritto male o un timbro mancante, additarli come "sporchi comunisti" e trascinarli in un processo penale....

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