24 febbraio 2006

Tutti pazzi per la tutela

Per chi se la fosse persa, giovedì sera c'è stata una bellissima puntata di Porta a Porta. Se siete fortunati forse potrete rivederla su RaiClick, anche se per ora la visione dei filmati da tale portale è preclusa a chi non ha WMP 9 o superiore (fino al 28 febbraio causa problemi di DRM [il CIO non vuole che altre nazioni possano collegarsi al sito della Rai e vedere le Olimpiadi invernali via Web senza pagare i diritti televisivi {e questa sarebbe un'olimpiade, simbolo di pace e fratellanza tra gli uomini}]).

Cmq il tema della puntata era "Come tutelare il prodotto tipico italiano?". Presenti, per par condicio, Bersani e Scajola per la parte politica ed una serie di persone interessate a minore o maggiore titolo: Beck (Heinz Beck, lo chef, non l'eclettico cantante), Vergottini (parrucchiere? acconciatore? coiffeur?), Versace (il fratello vivo), Vianello (Edardo, il cantante stavolta), il presidente della SIAE (o direttore generale, o megadirettore, o cose del genere, cmq la massima carica all'interno di tale amena istituzione), un impreditode di cui mi sono perso la presentazione (ma forse era il tizio dietro le scarpe Geox) e sul finire di puntata una ballerina classica ed un coreografo. Tutti prodotti tipici italiani (anche se a me questo modo di dire fa venire in mente una canzone di Latte e i suoi Derivati [a.k.a. Lillo e Greg] "Tu falco della notte")

Il filo conduttore era: come possono le istituzioni tutelare la tipica creatività italiana?

La risposta, visti i rappresentati, è scontata: brevetti e proprietà intellettuale. Scontato anche il canovaccio della puntata. Ho smesso da tempo di guardare Porta a Porta. Non è una istituzione come dicono alcuni e non dovrebbe essere vista come tale. È solo una trasmissione di informazione e approfondimento, talvolta errata nella impostazione oltre che nei commenti: le volte in cui ho seguito le discussioni su argomenti che riguardano da vicino le mie conoscenze specifiche ho riscontrato numerose lacune (sperando che non mi arrivi qualche querela) , spesso legate al non voler dire cose difficili, ma parlando per le "masse ignoranti".

Dicevo che la risposta alla domanda è stata scontata. Ci sono un altro paio di aggettivi per descriverla: imprecisa e confusionaria. Abituato a leggere sulla questione brevetti e proprietà intellettuati commenti rigorosi (lo ripeto, non ho detto veri e corretti, ma rigorosi) di Stallman nelle sue varie interviste che vengono pubblicate, sentire parlare sommariamente di un qualcosa di legale che dovrebbe tutelare gli chef dalla copia delle ricette originali in altri ristoranti, i parrucchieri per analoghe questioni di taglio, la pizza che solo noi sappiamo come si fa, il vestito/borsa/occhiale/accessorio vario che i fottuti cinesi non ci debbono contraffare francamente fa ridere (in senso tragico, come direbbe Francesco).

Il teorema, banalissimo mi si consenta (ahhhhh!!), è: gli italiano lo fanno meglio, il creare qualcosa di nuovo, s'intende [1], e lo Stato ed il mondo intero dovrebbero riconoscere questa nostra genialità e creatività e pagare per poterci copiare.

A parte che forse a nessuno è venuto in mente, altrettanto banale e populista, che se noi non avessimo copiato da chi c'era prima, dovremmo reinventare tutto da zero. Pensate ai tanti designer che reinventano la sedia proponendola in nuovi materiali, forme e concetti: se non esistesse il concetto sedia non si potrebbe reinventarla. La copia, la simulazione è un'attività propria del primate. Non vedo perché l'uomo non dovrebbe applicarcisi.

Il mio sconcerto nasce dalla naturalezza con cui parlava di bontà di sistemi costituiti come la SIAE o di sistemi che sarebbe meglio "spingere" a tutti i livelli come il brevetto e la proprietà intellettuale. Vergottini dichiara che se avesse avuto un obolo per ogni taglio a caschetto fatto nel mondo ora avrebbe "Bill Gates come contabile" (ovviamente non si può brevettare un taglio di capelli, forse la procedura se è particolare) anche se allo stesso tempo dice che negli anni settanta non era nemmeno lontanamente stato sfiorato dall'idea di tutelare questa sua invenzione perché all'epoca essere imitati era cosa buona (verrebbe da domandarsi perché ora non è più cosa buona). Heinz Beck afferma con teutonica forza che bisognerebbe regolamentare la possibilità per i cuochi di proporre nei propri ristoranti ricette inventate da altri (come i suoi fiori di zucca fritti aperti invece che chiusi), ma non per lui che ormai è famoso, ricco e scrive libri di cucina, bensì per i giovani cuochi che ancora si debbono affermare. Il ministro Scajola dice che si debbono contrastare i venditori ambulanti, spiegando loro che invece che proporre merci contraffatte che rovinano l'economia italiana e danno una mano al terrorismo, "potrebbero essere utilizzati" per vendere i loro prodotti artigianali, che a noi turisti italiani ci piacciono tanto quando andiamo all'estero.

Come se non bastasse ho appreso che la finanziaria 2006 ha tolto le tasse di registrazione e mantenimento del brevetto. Per favorire la nostra grande creatività ed innovazione e sostenere la ripresa industriale/economica - dice Scajola. Una gran bella fesseria, che porterà le grandi imprese a brevettare tutto il brevettabile, mantenendo il brevetto per tutti i venti anni di legge invece dei tipici 5~8 di sostenibilità economica - fa capire Bersani ("il brevetto è ingombrante").

Gli interventi più belli sono stati però due

Quello dell'imprenditore di cui sopra (forse Geox) che incita e spona i vari industriali (piccola, media e grande impresa) a ????? (il verbo mi sfugge, diciamo tutelare, con quali mezzi legali, se brevetto o proprietà intellettuale, come dicevo prima, non si capisce bene) ogni più piccola idea, anche quelle che assalgono la mattina appena sveglio, divulgando questo pensiero per "creare una cultura della proprietà intellettuale" tra il popolo italiano. Ovviamente, visto che poi si dovrà produrre un prodotto, visto che il prodotto non può scoppiare in mano a chi lo utilizzerà, è opportuno prevedere una fase di test della cotanto geniale pensata che si è avuta. Ma per questo, dice lui, ci sono apposta le università, che hanno laboratori e strutture adeguate :-|

E quello, in conclusione di serata del rappresentante della SIAE, che, sulla stessa lunghezza d'onda del primo, ha annunciato iniziative della SIAE per entrare nelle scuole con dei seminari sulla proprietà intellettuale e industriale. A parte che non capisco cosa c'entri la proprietà industriale con la società degli autori, mi domando, retoricamente, ma cosa c'entra mai la scuola? :-)

Insomma, una bella puntata in cui si sentiva solo una campana. Ma d'altro canto non potremmo non essere daccordo con le tesi e le soluzioni proproste quando in ballo c'è la tutela della nostra innovativa nazione.

[1] anche se visto che ormai Rocco Siffredi è diventato icona a tal punto da finire come testimonial in una pubblicità...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho seguito la puntata proprio per l'argomento... quello della GEOX dovrebbe essere Della Valle... che tra le altre cose le scarpe se le fa fare in Cina (in tutti i sensi) e poi parla del made in italy! Bella faccia!

Appena sarà disponibile sul sito della RAI mi sa che me la guardo!

Anonimo ha detto...

Non era Della Valle, ma non mi ricordo il nome... Cmq in quasi tutte queste trasmissioni dibattito e approfondimento (io mi chiedo dov'è l'approfondimento?) tendono sempre dare voce a una sola campana, in più la gente ci crede.